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Gaza nel caos: 93 morti secondo la Protezione civile, l’Idf smentisce. Il Papa: "Salvare la pace"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Gaza nel caos: 93 morti secondo la Protezione civile, l’Idf smentisce. Il Papa: 'Salvare la pace'

Per la prima volta dall’inizio dell’operazione militare israeliana, le forze armate dello Stato ebraico sono penetrate a Deir al-Balah, città centrale della Striscia di Gaza e crocevia strategico dell’enclave palestinese. Il bilancio della giornata, fornito dalla Protezione civile palestinese, è drammatico: 93 morti sotto le macerie e decine di dispersi. Fonti locali riferiscono di attacchi aerei e bombardamenti d’artiglieria su edifici residenziali, scuole e moschee. L’Idf, però, ha smentito le cifre, parlando di “dati esagerati” e sottolineando che l’azione mirava a colpire “infrastrutture terroristiche di Hamas”.

Gaza nel caos: 93 morti secondo la Protezione civile, l’Idf smentisce. Il Papa: "Salvare la pace"

Il nuovo ordine di evacuazione emesso da Israele, che invita oltre 350.000 civili a lasciare il centro della Striscia, è stato duramente criticato dalle Nazioni Unite. L’alto commissario per i Diritti Umani ha definito “devastante e inapplicabile” la richiesta, sottolineando come non esistano vie di fuga sicure, né strutture per l’accoglienza nel sud della Striscia. L’Onu ha lanciato un appello per un cessate il fuoco immediato e per l’apertura di corridoi umanitari permanenti, ribadendo la necessità di proteggere i civili in base al diritto internazionale.

Il messaggio del Papa: difendere la pace e i luoghi santi

In un nuovo intervento durante l’Angelus domenicale, Papa Francesco ha chiesto con forza uno stop alle ostilità e ha rivolto un appello accorato alla comunità internazionale: “Non smettiamo di pregare e di lavorare per la pace. Tutti devono impegnarsi per fermare le armi, salvaguardare i luoghi santi e proteggere la dignità della vita umana”. Il Pontefice ha definito “intollerabili” le condizioni della popolazione civile intrappolata a Gaza, denunciando l’assenza di elettricità, acqua potabile e cure mediche essenziali.

Trattativa per la tregua ferma, attesa la risposta di Hamas Israele e Stati Uniti sono ancora in attesa di una risposta ufficiale da parte di Hamas sull’ultima proposta di tregua elaborata dal Qatar con il sostegno dell’Egitto. Il piano prevede il rilascio graduale degli ostaggi israeliani in cambio di pause umanitarie e la distribuzione di aiuti. Tuttavia, le trattative sono al punto morto: da parte israeliana si chiede lo smantellamento delle ultime brigate di Hamas ancora operative nella zona di Khan Yunis, mentre il movimento islamista insiste sulla necessità di un cessate il fuoco definitivo.

Il premier Netanyahu ricoverato per intossicazione alimentare

Nel pieno dell’offensiva, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dovuto annullare la propria presenza in tribunale per l’udienza sul processo a suo carico. Il motivo ufficiale è un’intossicazione alimentare che lo ha costretto al ricovero per accertamenti. La notizia ha generato speculazioni sulla sua capacità di tenere le redini dell’esecutivo in una fase così delicata. I medici hanno assicurato che Netanyahu sarà dimesso entro 48 ore. Nel frattempo, il potere decisionale è nelle mani del ministro della Difesa Yoav Gallant, che ha già autorizzato nuove operazioni nel centro e nel sud della Striscia.

Tensione regionale e pressione diplomatica sull’asse USA-Israele

La situazione a Gaza rischia di estendersi al resto della regione. Hezbollah continua a minacciare nuove incursioni dal Libano meridionale, mentre in Cisgiordania si registrano scontri quotidiani. Il presidente Donald Trump ha invitato alla moderazione, pur ribadendo “il pieno diritto di Israele a difendersi”. In un colloquio telefonico con Netanyahu, il presidente americano ha chiesto di “agire con proporzionalità e garantire l’accesso degli aiuti umanitari”. Nella giornata di oggi, si attende una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, anche se permangono le divisioni tra i membri permanenti.

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