Giappone: il crollo dello yen si abbatte sui consumatori nipponici

- di: Daniele Minuti
 
Gli sforzi del governo giapponese per sostenere l'economia del Paese (la terza su scala mondiale) stanno trovando un ostacolo nel forte e continuo calo del valore dello yen, che si somma agli effetti della pandemia che condizionano ancora pesantemente imprese e industrie.
Uno yen ''debole'' era generalmente accolto con favore dall'industria nipponica, in particolare dalle case automobilistiche in Giappone e da altri produttori orientati all'esportazione. Ma lo scenario è cambiato e oggi il progressivo calo del valore della moneta, rispetto a quello di altre monete, preoccupa enormemente, soprattutto perché questo trend dovrebbe continuare il prossimo anno, con la prospettiva che i consumatori siano chiamati a sopportare il peso di ulteriori aumenti dei prezzi dei generi importati, mentre i salari restano piatti.

In Giappone i consumatori colpiti dagli effetti del crollo dello yen

Un settore colpito duramente dalla caduta dello yen è quello della ristorazione, che paga il fatto che il Giappone importa la maggior parte del suo fabbisogno alimentare, dalla carne al caffè, ai semi di soia.
Peraltro il settore della ristorazione è fortemente condizionato dai problemi del turismo, con l'entrata in vigore delle restrizioni di viaggio. Molti ristoratori hanno deciso di tagliare i prezzi, nella speranza di attirare più clienti giapponesi, in assenza di turisti. Però il lievitare dei costi (il pollo importato è passato da 680 yen per due chilogrammi a più di 1.000 yen) ha vanificato il sacrificio. E gli aumenti di alcuni prodotti sono stati resi ancora più evidenti dal fatto d'essere stati applicati da un giorno all'altro, impedendo così di fare delle scorte.

L'indice dei prezzi dei beni aziendali nazionali, che riflette i livelli dei prezzi delle transazioni tra le imprese, comprese le spese di acquisto, è aumentato del 9% anno su anno a novembre per il nono mese consecutivo di aumento rispetto allo stesso periodo del 2020. Il tasso di cambio yen-dollaro si aggirava al livello di 103 yen all'inizio di quest'anno. A novembre, il tasso è sceso a 115 yen per dollaro, segnando il minimo di quest'anno. Il tasso di cambio effettivo ampio reale per la valuta giapponese è stato fissato a 67,79 a novembre dalla Banca dei regolamenti internazionali, lo stesso livello dell'agosto 1972.

In effetti, la forza dello yen è scesa al livello di 50 anni fa. Le aziende hanno cercato disperatamente di non trasferire gli aumenti di prezzo ai consumatori, ma c'è un limite a ciò che possono fare perché, ad esempio, l'indice dei prezzi al consumo, che rileva i prezzi di beni e servizi acquistati dai consumatori, è aumentato per tre mesi consecutivi da settembre, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

A essere diventato un simbolo delle difficoltà che affrontano i consumatori giapponesi sono i cibi tradizionali, come la ciotola di riso condita con carne di manzo, che alcune grandi catene ora propongono ad un prezzo (che oggi si aggira dai 400 ai 426 yen) aumentato anche di 50 yen. L'impatto dell'aumento dei prezzi (cui concorrono fattori esterni, come ad esempio la lievitazione dei costi della carne bovina statunitense - per la crescente domanda dalla Cina - così come del caffè) è brutale poiché i salari stanno calando in termini reali rispetto ai livelli dell'anno scorso.

Secondo un recente sondaggio, solo il 4,9% delle aziende ha considerato il deprezzamento dello yen uno sviluppo positivo, mentre il 29,2% ha affermato il contrario. E la prospettiva, secondo alcuni influenti analisti, è che il deprezzamento dello yen continuerà probabilmente nei prossimi due o tre anni.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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