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Giornata nazionale del luppolo italiano, Coldiretti e Consorzio Birra Italiana lanciano l'allarme sui cambiamenti climatici

- di: Barbara Leone
 
Giornata nazionale del luppolo italiano, Coldiretti e Consorzio Birra Italiana lanciano l'allarme sui cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici minacciano il futuro della birra italiana. L’allarme viene lanciato da Coldiretti e dal Consorzio Birra Italiana in occasione della Giornata nazionale del luppolo italiano che si è celebrata lo scorso 6 novembre, a Roma, dove produttori di birra provenienti da tutto il paese si sono riuniti per discutere delle difficoltà crescenti della filiera brassicola. Le condizioni meteorologiche estreme, tra siccità e maltempo, hanno colpito duramente i raccolti di orzo, mettendo a rischio la produzione locale e richiedendo un intervento mirato a sostenere il settore. Il 2024 ha visto un ulteriore calo della resa di orzo, aggravato da una prolungata assenza di piogge. Sebbene la qualità del prodotto rimanga elevata, le quantità prodotte non bastano a soddisfare la domanda interna. Questa situazione potrebbe diventare sempre più comune, con un impatto negativo su una filiera che punta alla produzione di birra 100% italiana, e che in diverse regioni sta già dando vita a progetti di filiera corta.

Giornata nazionale del luppolo italiano, Coldiretti e Consorzio Birra Italiana lanciano l'allarme sui cambiamenti climatici

Un esempio significativo arriva dalla Sardegna, dove Coldiretti e il Consorzio Birra Italiana hanno avviato un’iniziativa che coinvolge 20 birrifici locali, un produttore di luppolo e una cooperativa di cereali, per rilanciare la produzione brassicola e creare un modello replicabile in altre regioni italiane. Tuttavia, con il 65% del fabbisogno nazionale di malto d’orzo ancora coperto da importazioni, c’è una chiara necessità di favorire la coltivazione di queste materie prime nel paese, anche come opportunità di diversificazione per le aziende agricole italiane. Non solo l’orzo, ma anche la coltivazione del luppolo sta conoscendo un progressivo sviluppo. Grazie alla crescente domanda di birra artigianale, questa pianta fondamentale per la produzione sta attirando nuovi investimenti e professionalizzazioni. Il Consorzio Birra Italiana sta sostenendo cooperative specializzate per promuovere la coltivazione del luppolo, che potrebbe contribuire in modo significativo alla riduzione delle importazioni. A fronte delle avversità atmosferiche e dell’aumento dei costi di produzione – problema ormai strutturale – i produttori chiedono misure di supporto mirate. Tra queste, il ripristino delle agevolazioni fiscali per i microbirrifici, un provvedimento che potrebbe ridurre il peso delle accise, scomparso lo scorso anno, e consentire alle piccole realtà di competere con i grandi produttori internazionali. In questo contesto, si fa anche strada la necessità di investire nell’Agricoltura 5.0, con un focus su innovazioni che riducano l’impatto climatico, come la ricerca di varietà di orzo più resistenti ai cambiamenti climatici.

La birra artigianale italiana, rappresentata da circa 1.200 birrifici attivi, di cui il 25% di tipo agricolo, continua ad espandersi e a entrare nelle case degli italiani. Il settore vanta una produzione annua di circa 48 milioni di litri, dei quali 3 milioni vengono esportati. Il valore della birra artigianale nel mercato del fuori casa è stimato oltre i 430 milioni di euro, con un impatto sull’occupazione che si traduce in circa 92.000 posti di lavoro. Il futuro della birra italiana è legato alla capacità del settore di adattarsi alle sfide poste dal cambiamento climatico e alla possibilità di trovare un sostegno istituzionale che lo aiuti a superare queste difficoltà. Il ripristino di agevolazioni fiscali, investimenti nell’Agricoltura 5.0 e nella ricerca genetica, potrebbero rappresentare la chiave per preservare questa tradizione e valorizzare un prodotto che è ormai parte del patrimonio agroalimentare del paese.

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