India: il 2021 si è chiuso con l'appello al genocidio dei musulmani

- di: Redazione
 
La spirale di violenza che si è innescata in India, alimentata dall'estremismo degli indù, non si rivolge solo contro la minoranza cristiana, che ha visto i suoi luoghi di culto e i suoi simboli religiosi devastati alla vigilia delle celebrazioni per il Natale. Ora gli indù, convinti di dovere ''ripulire'' il Paese da religioni che non siano la loro, hanno alzato il tiro, invitando al genocidio della forte minoranza musulmana.

India: il 2021 si è chiuso con l'appello al genocidio dei musulmani

L'agghiacciante proposito ha avuto come teatro un evento che si è tenuto, tra il 17 e il 19 dicembre, nella città santa per gli indù di Haridwar, nello Stato dell'Uttarakhand, a circa 200 chilometri a nord di New Delhi. L'evento è stata l'occasione per dare agli estremisti un pulpito dal quale lanciare il loro proposito di fare dell'India un Paese interamente indù, cancellandone la natura costituzionale di laicità e multireligiosità. Un obiettivo che, per essere raggiunto, consegue l'eliminazione di centinaia di milioni di indiani musulmani (che costituiscono il 15% della popolazione).

Uno dei volti ufficiali di questo appello alla violenza è una donna, Pooja Shakun Pandey, dell'Hindu Mahasabha, un gruppo ultranazionalista. In un video, che ha fatto il giro del web, raccogliendo migliaia di consensi nei social network, l'attivista dice: "Se siamo in cento disposti a ucciderne due milioni, allora saremo vittoriosi e faremo dell'India una nazione indù".

È, poi, ulteriormente inquietante che il video contenga anche un invito a pregare per Nathuram Godse, l'assassino del Mahatma Gandhi, padre della nazione, che sosteneva l'armonia tra le religioni. Nonostante il clamore che le minacce contro la minoranza musulmana hanno determinato, ha destato perplessità la scelta del primo ministro Narendra Modi, leader dei nazionalisti indù del Bharatiya Janata Party (Partito del popolo indiano, Bjp), di restare in silenzio. Una scelta, adottata da tutti i membri del governo, di non condannare che, come scontato, è stata interpretata come un tacito sostegno alla spirale di violenza.

Nel Paese, nei prossimi mesi, sono in programma alcuni importanti appuntamenti elettorali a carattere regionale. Come appunto quelle in Uttarakhand, dove si è svolto il raduno di estremisti indù. Un'altra importante tornata elettorale è in programma dell'importante Stato dell'Uttar Pradesh, dove Narendra Modi, in prima persona, sta conducendo attivamente una campagna per il leader del governo uscente, Yogi Adityanath, un religioso che è noto per il fanatismo delle sue invettive contro la minoranza musulmana, che nello Stato è rappresentata da 200 milioni di persone.

A detta della maggioranza degli analisti neutrali, l'azione politica del premier Modi si basa sulla ricerca di polarizzare la società indiana, alimentano l'estremismo indù, con riferimenti anche alla Storia del Paese. Come ha fatto, in un discorso pubblico a Varanasi, in cui ha celebrato la sollevazione del capo militare indù Shivaji che combatté, agli inizi del '600, contro l'imperatore musulmano Aurangzeb.
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