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Ita, Altavilla all'attacco: "Il mio stipendio basso e non concordato"

- di: Daniele Minuti
 
Ita, Altavilla all'attacco: 'Il mio stipendio basso e non concordato'
La vicenda del compenso che il presidente esecutivo di Ita, Alfredo Altavilla, dovrà percepire e che il top manager ha contestato, sia nella quantificazione che nell'iter di determinazione, deve necessariamente aprire delle riflessioni che riguardano una minoranza. Parliamo di chi viene chiamato al vertice di una azienda e che reclama per questo un riconoscimento materiale che soddisfi le sue ambizioni, anche se non in linea con le direttrici finanziarie che la società si è date.

Il presidente esecutivo di Ita Airways, Alfredo Altavilla, tuona contro l'ammontare del suo stipendio

Per tradurre e chiarire i termini della rivendicazione, per Altavilla (come per gli altri manager ingaggiati per Ita) il Comitato Remunerazioni ha fissato compensi che, al lordo, saranno (o dovrebbero essere) di quattrocentomila euro all'anno che potrebbero, al raggiungimento di obiettivi non difficili per lui, raddoppiare. Insomma, realisticamente, Altavilla potrebbe avere dall'Ita, per il suo lavoro di presidente esecutivo, circa 800 mila euro all'anno, pur sempre lordi, ma pur sempre tanti.

Ora, partendo dalle considerazioni che ha posto all'attenzione della società, Altavilla ha affermato (in una lettera il cui contenuto, piuttosto che restare riservato, circola da ore) innanzitutto che, per accettare l'incarico in Ita, egli ha dovuto, necessariamente, abbandonare ''un analogo ruolo apicale in una società quotata''. Poi ha detto che la retribuzione che stata quantificata dal Comitato Remunerazioni è, soltanto, ''sic et simpliciter'', ''gravemente lesiva della sua storia manageriale, esperienza e competenza nonché in totale disallineamento con i risultati dell'azione in qui espressi nella società''.

Parole e concetti durissimi che, neanche decontestualizzati, riuscirebbero ad attutire l'impatto devastante che potrebbero avere avuto nei vertici decisionali della società, anche se alcuni passaggi inducono a riflessioni.
La prima e più semplice è capire come mai Altavilla, da manager di lungo corso quale è, prima di accettare l'incarico non abbia concordato, sia pure a grandi linee, non solo l'ammontare reale del suo compenso, ma almeno i parametri in base ai quali è stato determinato. Ovvero, se a un signor nessuno viene offerto una nuova occupazione, nella sua normalità, la prima cosa che cerca di sapere è quale sarà il suo stipendio, presupponendo che non accetterebbe un importo inferiore, anche se condito o ingolosito di migliori prospettive.

La seconda, che induce a qualche retro-pensiero, è che bisogna capire quali siano le ragioni che hanno spinto Altavilla a dire che la retribuzione (che, sebbene di 'appena', 800 mila dollari, resta pur sempre interessante, per il 99,9 per cento della popolazione italiana, includendo in essa i manager) è addirittura ''gravemente lesiva'' della sua storia persona e di lavoro. Come a dire, come vi siete permessi di quantificare la mia retribuzione in questo modo senza prima consultarvi con me?

E' questo il nodo vero della questione: al Comitato Remunerazioni Altavilla contesta di avere fissato una retribuzione senza concordarla con lui, non facendo capire, quindi, se è questione di numeri (che riguarda le persone concrete) o di metodo.(che attiene al rigoroso rispetto della forma). Da quel che pare di capire, i numeri potrebbero avere prevalso sulla forma. Ma, se l'importo fosse stato doppio, senza che lo si consultasse, Altavilla avrebbe sollevato comunque il problema, peraltro in un momento molto delicato di Ita?
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