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Medio Oriente: da oggi Israele alla sbarra davanti alla Corte di Giustizia delle Nazioni Unite

- di: Redazione
 
Medio Oriente: da oggi Israele alla sbarra davanti alla Corte di Giustizia delle Nazioni Unite
L'operato di Israele è da oggi oggetto di una valutazione da parte della Corte internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite. In particolare, l'organismo dell'Onu dovrà pronunciarsi sulla legalità dell'occupazione israeliana delle terre palestinesi che dura da 57 anni. L'agenda della Corte prevede sei giorni di udienze con il procedimento che dovrà occuparsi ''solo'' dell'occupazione, nonostante il conflitto in atto dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, della Cisgiordania, di Gaza e di Gerusalemme est.

Medio Oriente: da oggi Israele alla sbarra davanti alla Corte di Giustizia delle Nazioni Unite

Per questa mattina sono previsti gli interventi dei palestinesi, che parleranno sostenendo l'illegalità dell’occupazione israeliana, per palesi violazioni del diritto internazionale. I punti che, presumibilmente, i rappresentanti palestinesi sosterranno vertono sulla denunciata violazione del divieto di conquista territoriale e del diritto dei palestinesi all'autodeterminazione, oltre che sulla contestata adozione di un sistema di discriminazione razziale e apartheid.

Omar Awadallah, capo del dipartimento delle organizzazioni delle Nazioni Unite presso il Ministero degli Esteri palestinese, ha detto: ''Vogliamo sentire nuove parole dalla corte. Hanno dovuto prendere in considerazione la parola genocidio nel caso dell'istanza del Sud Africa. Ora vogliamo che prendano in considerazione l’apartheid''.
Il riferimento di Awadallah è a un altro procedimento che la Corte ha autorizzato nei confronti di Israele per verificare se sia in atto un genocidi. Un parere consultivo della Corte, ha aggiunto, ''ci fornirà molti strumenti, utilizzando metodi e strumenti pacifici del diritto internazionale, per affrontare le illegalità dell’occupazione''.
Come nel caso dell'accusa di genocidio (che la Corte ha giudicato come analizzabile e valutabile, non esprimendosi nel merito delle accuse a Israele) , anche il procedimento che comincia oggi potrebbe avere il suo esito tra qualche mese. Ma se le conclusioni della Corte dessero ragione alle tesi sostenute dai palestinesi, l'impatto sulla giurisprudenza internazionale sarebbe importante, con possibili ricadute sugli aiuti internazionali a Israele, oltre che sull’opinione pubblica.

Anche se non è previsto l'intervento di suoi giuristi in aula, nel corso delle udienze, Israele potrebbe affidare la sua difesa ad un testo, in cui appellarsi a motivi di sicurezza, soprattutto in assenza di un accordo di pace.
E in questo certo troverà posto l’attacco del 7 ottobre in cui i militanti di Gaza guidati da Hamas hanno ucciso 1.200 persone nel sud di Israele e hanno preso 250 ostaggi, la maggior parte dei quali ancora prigionieri.
L'occupazione, ribattono i palestinesi, fiancheggiati dai principali gruppo di difesa dei diritti umani, non c'entra nulla con la sicurezza, essendosi tradotta in un sistema di apartheid, anche grazie alla costruzione di insediamenti su terre occupate. Israele avrebbe costruito quasi 150 insediamenti che ospitano più di 500.000 coloni.
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