Medio Oriente: il difficile lavoro della diplomazia per un cessate il fuoco

- di: Redazione
 
I negoziati per una tregua tra Israele e Hamas, ripresi ieri, al Cairo, con l'obiettivo di un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sembrano muoversi tra enormi difficoltà, vista la distanza tra le parti belligeranti.
Mentre gli Stati Uniti chiedevano la sospensione delle ostilità, sono proseguiti i bombardamenti israeliani sul territorio palestinese, dove in ventiquattr'ore sono morte 124 persone, secondo il Ministero della Sanità della Striscia di Gaza, amministrato da Hamas.

Medio Oriente: il difficile lavoro della diplomazia per un cessate il fuoco

In un difficile tentativo di rimettere intorno ad un tavolo Hamas e Israele, i Paesi mediatori cercano da settimane di ottenere un compromesso tra i due campi per ottenere un accordo di tregua che consenta, tra le altre cose, il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza in cambio dei prigionieri palestinesi detenuti da Israele.
Ma, prima di qualsiasi accordo, Hamas chiede un cessate il fuoco definitivo, un aumento degli aiuti umanitari in ingresso nella Striscia di Gaza, il ritorno al Nord di centinaia di migliaia di civili sfollati e il ritiro militare israeliano dal territorio. Condizioni che Israele respinge, affermando di voler continuare la sua offensiva fino all'eliminazione di Hamas e chiedendo che il movimento islamico fornisca un elenco degli ostaggi detenuti a Gaza.

Israele ha intanto accusato l’UNRWA , l'agenzia delle Nazioni Unite che assiste i palestinesi, di impiegare ''più di 450 terroristi''. "Secondo i servizi segreti, più di 450 terroristi appartenenti ad organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza, principalmente Hamas, sono impiegati anche dall'UNRWA", ha dichiarato in un comunicato l'esercito israeliano, accusando l'agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi.
L'esercito israeliano ha anche diffuso quella che si dice sia la registrazione di "un terrorista che lavora come insegnante di arabo in una scuola dell'UNRWA" che "descrive il suo ingresso in territorio israeliano e dice di tenere in ostaggio le donne israeliane" detenute durante l'attacco del 7 ottobre.

Da parte sua, l'UNRWA ha accusato Israele di ''tortura'' contro alcuni dei suoi dipendenti arrestati, secondo un comunicato stampa. "Alcuni dei nostri dipendenti hanno riferito alle squadre dell'UNRWA di essere stati costretti a confessare sotto tortura e maltrattamenti" mentre sono stati "interrogati sui rapporti tra UNRWA e Hamas e sul coinvolgimento nell'attacco del 7 ottobre contro Israele", hanno affermato le Nazioni Unite.

Ieri, intanto, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha annunciato il richiamo per consultazioni dell'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, in un gesto di denuncia del ''silenzio'' del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres sulle presunte violenze sessuali da parte di Hamas durante gli attentati del 7 ottobre.
La rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, Pramila Patten, ieri, dopo una visita in Israele, ha affermato che ci sono "buone ragioni per credere" che le vittime del 7 ottobre siano state violentate, come alcuni ostaggi tenuti a Gaza. Anche se precisa di non poter stimare il numero di queste violenze.
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