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Medio Oriente: Israele si ritira dal sud di Gaza e prepara l'assalto a Rafah

- di: Redazione
 
Medio Oriente: Israele si ritira dal sud di Gaza e prepara l'assalto a Rafah
Sei mesi dopo l'attacco di Hamas e il conflitto che ne è seguito, Israele sta lasciando il sud della Striscia di Gaza per prepararsi ad assaltare Rafah, obiettivo dichiarato di Netanyahu e del suo governo.
Ieri Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, ha detto che l'esercito ha ritirato le sue truppe da Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, per ''prepararsi alla continuazione delle missioni'', in cui un'operazione a Rafah - dove hanno trovato rifugio più di un milione e mezzo di abitanti di Gaza - sembra essere una priorità.

Medio Oriente: Israele si ritira dal sud di Gaza e prepara l'assalto a Rafah

La fine delle operazioni di terra a Khan Younis, con il ritiro della 98a divisione commando dell’esercito israeliano, è stata ufficializzata dall'IDF. Una fonte militare, citata dal quotidiano israeliano Haaretz , ha detto che ''la nostra missione era smantellare la brigata Khan Yunis di Hamas e ci siamo riusciti. La nostra seconda missione era riportare indietro gli ostaggi e abbiamo fallito''.

La decisione di lasciare Khan Younis sembra preparare quella che l'esercito di Israele definisce una ''nuova fase'' per preparare la ''guerra'' in Libano. Come confermato da un comunicato, intitolato ''Prepararsi per la transizione dalla difesa all’attacco'', pubblicato sul suo sito web dall'IDF, annunciando di avere ''completato nei giorni scorsi una nuova fase di preparazione alla guerra del Comando Nord'' al confine con il Libano, dove si stanno intensificando gli scontri con Hezbollah.

Il suo comando, precisa l'esercito, è così in grado di ''convocare ed equipaggiare in poche ore tutti i soldati necessari e trasportarli in prima linea per missioni difensive e offensive'' .Ieri mattina gli attacchi israeliani hanno preso di mira il Libano orientale, dove Hezbollah è fortemente radicato, come confermato dall'IDF sul suo canale Telegram.

Sempre ieri il primo ministro Netanyahu ha detto che Israele è "a un passo dalla vittoria". anche se ''il prezzo da pagare è doloroso e straziante. Non ci sarà cessate il fuoco senza la restituzione degli ostaggi. Ciò non accadrà'',
No si fermano, intanto, le manifestazioni per sostenere la lotta delle famiglie degli ostaggi ancora in mano di Hamas e per la cui liberazione si chiede un cambio della politica del governo. Ammassati davanti alla Knesset, il parlamento israeliano, in vacanza per la Pasqua ebraica, i manifestanti hanno scandito slogan come ''Vivi e non nelle bare'' e ''Tutti liberi, adesso!''.
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