Medio Oriente: crescono i timori di un allargamento del conflitto, stallo Blinken-Netanyahu

- di: Redazione
 
Mentre crescono i timori di un allargamento del conflitto in Medio Oriente, con il coinvolgimento di gruppi armati sostenuti dall'Iran in Libano, Siria, Iraq e Yemen, Israele ha reso noto ieri di avere perso nove soldati nelle operazioni di terra nella Striscia. La preoccupazioni che la guerra si allarghi ad altri protagonisti arrivano dopo che Hamas ha chiesto ai Paesi musulmani di sostenere il movimento ''con le armi''.
Secondo Hamas - le cui informazioni, rese note ieri, non possono essere comunque verificate - dall'inizio delle operazioni militari israeliane a Gaza ci sono stati 23.210 morti, in maggioranza donne e minori. Sempre secondo Hamas, nelle ultime ventiquattr'ore, 126 persone sono state uccise, con il numero di feriti che sfiora i sessantamila.
Ismail Haniyeh, leader di Hamas, chiedendo ai Paesi musulmani a aiutare il movimento, ha dichiarato che ''è giunto il momento di sostenere la resistenza con le armi, perché è la battaglia di Al-Aqsa, e non solo la battaglia del popolo palestinese''.

Medio Oriente: crescono i timori di un allargamento del conflitto, stallo Blinken-Netanyahu

Da parte sua il numero due di Hezbollah, Sheikh Naim Qassem, ha detto ieri che l'assassinio di leader islamisti, tra cui Wissam Tawil, che ha descritto come "un comandante delle forze Radwan" , l'unità d'élite di Hezbollah, non è "un ostacolo, ma piuttosto una motivazione a muoversi avanti con più determinazione” .
Non sembra, intanto, avere raggiunto gli obiettivi sperati l'incontro tra il segretario di Stato americano, Antony Blinken, e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, il quale non avrebbe accolto l'invito a risparmiare i civili palestinesi intrappolati nel piccolo territorio assediato.

Nel corso del suo quarto viaggio in Medio Oriente dall’inizio della guerra, Blinken ha riaffermato a Netanyahu ''il sostegno l diritto di Israele di impedire il ripetersi degli attacchi del 7 ottobre'', ma ha anche insistito sull’importanza di prevenire ulteriori danni alla popolazione. civili e la protezione delle infrastrutture civili a Gaza''.
''Sappiamo che affrontare un nemico che si nasconde tra la popolazione civile, celandosi nelle scuole e negli ospedali per sparare, rende le cose incredibilmente difficili - ha detto Blinken -. Ma il prezzo pagato ogni giorno dai civili di Gaza, soprattutto dai bambini, è troppo alto''. Il capo della diplomazia statunitense ha anche aggiunto che la Striscia di Gaza ha bisogno di ricevere "più cibo, più acqua, più medicine" , esortando inoltre Israele a "smettere di adottare misure che minano la capacità dei palestinesi di governarsi da soli" .

A margine dei suoi colloqui a Tel Aviv, il segretario di Stato americano ha incontrato le famiglie degli ostaggi, ribadendo gli ''incessanti sforzi per liberarli'' . Per oggi è previsto un incontro tra Blinken e il leader palestinese Mahmoud Abbas.
Secondo i media israeliani sei dei nove soldati della cui morte è stata data notizia sono deceduti nell'esplosione di un camion dell'esercito carico di esplosivo destinato a distruggere le infrastrutture sotterranee. Nell'esplosione sono rimasti feriti anche dozzine di soldati. In totale, secondo l'esercito, dal 27 ottobre sono morti 185 soldati.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ieri che vede la sua capacità di aiutare i residenti di Gaza ''ridotta' a causa della ''catastrofe umanitaria''.
Intanto procuratore della Corte penale internazionale ha incluso gli atti di violenza contro i i giornalisti nella sua indagine sui crimini di guerra a Gaza, dove decine di operatori dell'informazione sono stati uccisi. A renderlo noto è stata Reporter sans frontières.

Resta altissima la tensione anche nel Ma Rosso dove, nelle ultime ore, le forze americane e britanniche hanno sventato uno dei più massicci attacchi dei ribelli Houti, abbattendo diciotto droni e tre missili. L'attacco, in cui sono stati lanciati droni, missili da crociera antinave e un missile balistico antinave, è il 26/mo contro il traffico marittimo commerciale nel Mar Rosso da metà gennaio.
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