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Via libera Bce all’Ops Mps-Mediobanca, ma resta l’ombra delle indagini

- di: Marta Giannoni
 
Via libera Bce all’Ops Mps-Mediobanca, ma resta l’ombra delle indagini
Mercato auto fermo ai box, Stellantis perde terreno in Europa   A maggio l’Europa segna solo un +1,9%, ma Stellantis retrocede ancora. La quota di mercato scivola al 15,2%. Allarme strategico per Tavares.

Un mercato che arranca, tra numeri piatti e campioni in affanno

Il mercato automobilistico europeo accenna una timida ripartenza, ma i numeri sono chiari: il motore resta in folle. A maggio 2025 le immatricolazioni nei Paesi Ue più Efta e Regno Unito sono state 1.113.194, in lieve crescita dell’1,9% rispetto a maggio 2024. Ma il bilancio dei primi cinque mesi dell’anno si ferma a uno striminzito +0,1%. Un dato che fotografa un settore in apnea, schiacciato tra inflazione, incertezza politica e ritardi nell’elettrificazione.

Stellantis, la frenata è doppia: nei numeri e nella strategia

Dentro questo quadro stagnante, spicca – in negativo – la performance di Stellantis, che mostra un progressivo scollamento dai ritmi di crescita (pur modesti) del comparto. Il gruppo ha venduto 168.839 auto a maggio nei mercati europei, con un calo del 3% rispetto allo stesso mese del 2024. Peggio ancora il dato cumulato da gennaio a maggio: -8,4% in soli cinque mesi.

Ma a preoccupare ancor più è la perdita di peso specifico: la quota di mercato di Stellantis è scesa dal 15,9% al 15,2% in un anno, segnale inequivocabile che il gruppo sta cedendo terreno rispetto ai concorrenti, in un mercato che pure cresce poco ma non crolla.

Le ragioni di un passo indietro: tra elettrico incerto e transizione zoppicante

Cosa c’è dietro questa frenata? I motivi sono molteplici, ma tutti portano alla stessa destinazione: la transizione energetica non è ancora un vantaggio competitivo per Stellantis. Il rischio è quello di una strategia troppo attendista.

Mentre Volkswagen e Renault spingono sull’elettrico, Stellantis sembra ancora oscillare tra modelli ibridi, promesse future e una gamma EV frammentata. In particolare, pesa la discontinuità nella proposta elettrica di brand chiave come Fiat, Peugeot e Opel, che in molti Paesi europei non riescono a intercettare la domanda urbana su cui si affermano rivali cinesi come BYD e MG.

E mentre Tesla torna a fare sconti, Stellantis – nonostante una gamma vasta – non riesce a incidere sui segmenti di volume.

Un’Europa diversa: chi sale davvero e chi resta ai margini

Guardando ai dati, spiccano alcune dinamiche che raccontano un’Europa dell’auto in evoluzione. Nei primi cinque mesi del 2025 il mercato è praticamente fermo, ma alcune case crescono a due cifre.

Hyundai-Kia ha guadagnato terreno con un mix di SUV compatti e modelli elettrici ben posizionati. Toyota ha consolidato la sua leadership nei modelli ibridi, sfiorando il 9% di quota in mercati chiave come Spagna e Italia.

A cambiare davvero gli equilibri sono però i marchi cinesi: BYD ha quadruplicato la propria presenza in Germania in un anno, trainata da una politica di prezzo aggressiva e da una rete di concessionari in espansione. Cresce anche MG, con la sua MG4 elettrica da 24.000 euro.

Italia in retromarcia: il caso Fiat e la crisi di identità

La situazione è ancora più critica per Fiat, baricentro italiano del gruppo. A maggio le immatricolazioni in Italia sono calate del 6,6%, con il brand torinese che ha perso la leadership nelle citycar, superata da Dacia e Toyota.

Il ritardo nell’aggiornamento della Panda e l’assenza di una strategia chiara sul passaggio all’elettrico contribuiscono a creare un vuoto competitivo che penalizza l’intero gruppo. “Servono decisioni forti e investimenti rapidi per evitare di essere marginalizzati”, ha detto Gian Primo Quagliano. “O si guida la trasformazione, o si viene guidati fuori dal mercato”.

Il tempo è adesso (o mai più)

Il settore automobilistico europeo è alla vigilia di una trasformazione epocale. Ma mentre le regole cambiano e i consumatori si orientano – seppur lentamente – verso nuove tecnologie, Stellantis sembra restare impantanata in una narrazione difensiva, più attenta a proteggere l’esistente che a costruire il futuro.

E nel mondo dell’auto, chi frena oggi rischia di essere sorpassato domani. La sveglia è suonata: il gruppo italo-franco-americano ha davanti mesi decisivi per dimostrare di avere ancora la stoffa per correre da leader.

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