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Se Giustizia vo cercando...

- di: Bianca Balvani
 
Se Giustizia vo cercando...
Gentile ministro Nordio, ci rivolgiamo a Lei per capire cosa stia attraversando la magistratura italiana che lei, da Guardasigilli, guida e indirizza.
Ci scusi per l'irritualità della forma con cui ci rivolgiamo a Lei, ma abbiamo proprio bisogno un momento di chiarezza, di comprendere se un magistrato, nell'esercizio comunque delle sue prerogative, possa mettere sotto i piedi, calpestandola, la dignità della donna, soltanto perché - non italiana - deve accettare supinamente vessazioni e violenze che le vengono da un marito frutto di una cultura diversa dalla nostra.
Gentile ministro, tra le sue facoltà c'è anche quella di utilizzare le ispezioni per approfondire eventi e tematiche ad essi legate. Ecco, questo ci pare un caso da approfondire.

Se Giustizia vo cercando...

Riassumendo, il pm di Brescia, chiamato ad esprimersi su una vicenda di (presunte) violenze subite dalla moglie di un cittadino originario del Bangla Desh, ha sostanzialmente chiesto l'archiviazione del procedimento perché, leggiamo, "le condotte dell'uomo sono maturate in un contesto culturale che, sebbene inizialmente accettato dalla parte offesa, si è rivelato per costei intollerabile proprio perché cresciuta in Italia e con la consapevolezza dei diritti che le appartengono e che l'ha condotta ad interrompere il matrimonio. Per conformare la sua esistenza a canoni marcatamente occidentali, rifiutando il modo di vivere imposto dalle tradizioni del popolo bengalese e delle quali invece, l'imputato si è fatto fieramente latore''.

Ora dal punto di vista formale, l'analisi è perfetta, ma è sul piano sostanziale che, a nostro modesto parere, è inaccettabile, perché pone sullo stesso livello la legge (quella italiana) e il retaggio culturale di chi ha oggettivamente esercitato costrizioni e violenze.
Se il ragionare del pm fosse accettato, quale dovrebbe essere l'atteggiamento davanti ad altri comportamenti di ''sapore'' culturale che si traducono in atti di violenza?

Perché, diciamo a questo pubblico ministero, anche l'infibulazione è un retaggio culturale. Quindi, in quanto tale, alla luce della valutazione del pm di Brescia, dovrebbe essere tollerata.
Sostenere che il contesto culturale inizialmente accettato dalla vittima e poi respinto (in quanto la donna ha fatto propri ''canoni marcatamente occidentali'', essendo cresciuta nel nostro Paese) diventi una giustificazione, anzi una esimente è brutale, riducendo la figura femminile a mero ricettore dei comportamenti degli altri, senza potervisi opporre.
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