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Orcel: "L’operazione BPM potrebbe decadere", incertezza normativa e ipotesi Generali smentita

- di: Redazione
 
Orcel: 'L’operazione BPM potrebbe decadere', incertezza normativa e ipotesi Generali smentita

L’operazione di acquisizione di Banco BPM da parte di Unicredit potrebbe essere definitivamente compromessa. A dirlo è l’amministratore delegato Andrea Orcel, intervenuto al 129° consiglio nazionale della FABI, la Federazione Autonoma Bancari Italiani, in corso a Milano.

Orcel: "L’operazione BPM potrebbe decadere", incertezza normativa e ipotesi Generali smentita

“Il percorso Tar-Consiglio di Stato non arriverà in tempo per darci certezza della chiusura dell’operazione”, ha dichiarato Orcel con chiarezza, lasciando intendere che la finestra operativa per portare a termine il progetto si starebbe chiudendo rapidamente. La notizia ha immediatamente sollevato interrogativi tra analisti, investitori e operatori del settore, già da tempo alle prese con un quadro regolatorio mutevole e una vigilanza sempre più stringente da parte delle autorità europee e italiane. La procedura aperta presso i tribunali amministrativi ha dunque congelato l’evoluzione dell’accordo, trasformando un’intesa strategica in una partita dal futuro incerto.

L’intervento della giustizia amministrativa
La vicenda ruota attorno a una serie di ricorsi che, a catena, hanno rallentato i tempi decisionali sull’operazione Unicredit-BPM. L’intervento del Tar e il successivo possibile passaggio al Consiglio di Stato hanno dilatato i tempi oltre le aspettative iniziali, rendendo la chiusura dell’accordo più difficile se non impraticabile. Orcel, pur non escludendo del tutto un ripensamento futuro, ha ammesso che la situazione attuale costringe il gruppo a valutare altre ipotesi. “L’operazione può essere sempre riproposta”, ha dichiarato, lasciando aperto uno spiraglio, ma senza nascondere lo scetticismo derivante dall’incertezza giuridica. La tempistica, come spesso accade in questi casi, diventa l’elemento cruciale: le finestre di opportunità nei mercati finanziari sono per loro natura limitate, e la perdita di momentum rischia di rendere il deal poco conveniente o politicamente scomodo.

Esclusa la scalata a Generali
Nel suo intervento, Andrea Orcel ha anche voluto spegnere le voci circolate negli ultimi giorni su una possibile offensiva di Unicredit su Generali, la maggiore compagnia assicurativa italiana. “Ogni ipotesi di scalata a Generali è da escludere”, ha detto con fermezza. Una smentita secca, necessaria per placare le speculazioni e ristabilire un perimetro chiaro nelle ambizioni di Unicredit. L’ipotesi, benché suggestiva per alcuni analisti, avrebbe implicato uno scontro istituzionale e finanziario di proporzioni significative, considerando la rete di partecipazioni, i poteri pubblici coinvolti e le ricadute sui mercati. La dichiarazione di Orcel indica una volontà di mantenere il focus sul core business bancario e su operazioni meno esposte a contraccolpi politici o giudiziari.

Unicredit e la strategia di crescita selettiva
Le parole dell’amministratore delegato delineano una strategia che punta alla prudenza e alla selettività. Dopo una fase di crescita per linee interne, segnata da importanti risultati in termini di redditività e patrimonializzazione, Unicredit guarda alle opportunità di mercato con maggiore attenzione ai rischi sistemici. L’acquisizione di Banco BPM era vista come un passo naturale verso il consolidamento del settore bancario italiano, fortemente frammentato e ancora sotto pressione per margini e costi. Ma lo stallo normativo e l’elevata esposizione mediatica dell’operazione hanno spinto il gruppo a congelare le ambizioni, almeno per ora. Orcel, consapevole del clima volatile, preferisce evitare mosse che possano trasformarsi in un boomerang reputazionale o operativo, pur mantenendo viva la volontà di rafforzare la presenza sul mercato domestico.

Le reazioni del settore bancario e sindacale
Le dichiarazioni di Orcel sono arrivate in un contesto denso di aspettative, quello della FABI, che da mesi segue con attenzione tutte le dinamiche del settore. Il sindacato dei bancari ha espresso una posizione cauta, sottolineando l’importanza della trasparenza e della tutela dei livelli occupazionali in ogni ipotesi di aggregazione. Anche gli operatori di mercato seguono con attenzione le mosse di Unicredit, interpretando ogni segnale come possibile anticipazione di scelte più ampie. Il panorama bancario italiano resta, infatti, aperto a nuovi riassetti, ma il quadro regolatorio, politico e giudiziario impone tempi e modalità spesso imprevedibili. In questo contesto, l’intervento di Orcel assume un significato preciso: la prudenza non è solo una virtù, ma una necessità strategica.

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