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Pensioni, l’Inps e la pezza peggio del buco

- di: Marta Giannoni
 
Pensioni, l’Inps e la pezza peggio del buco

L’Istituto rassicura: nessun buco nei conti, ma poi avverte che il sistema pensionistico non è in equilibrio e che il suo futuro dipende dall’occupazione. 

(Foto: il presidente dell'Inps, Gabriele Fava)

L’Inps ha recentemente affrontato preoccupazioni riguardo a un presunto “buco” nei propri conti, a seguito della cancellazione di crediti contributivi considerati inesigibili. In una nota ufficiale, l’Istituto ha chiarito che tali crediti, relativi a contributi non versati da aziende tra il 2000 e il 2015, erano già stati svalutati e coperti da appositi fondi, escludendo quindi impatti negativi sul bilancio attuale. Ma la pezza è peggio del buco, perché l’Inps certifica che il sistema pensionistico non è in equilibrio, tanto che l’ancora di salvezza è quella di sperare in una buona crescita dell’occupazione (sì, ma poi quale? Quella a basse retribuzioni di oggi o quella delle buone retribuzioni tutta di là da venire).
Il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, ha sottolineato che “il sistema regge” e che “non ci sono criticità immediate al momento”. Tuttavia, ha evidenziato la necessità di aumentare la base occupazionale per affrontare le sfide future di un Paese che invecchia.
Il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (Civ) dell’Inps ha approvato una delibera che segnala 6,6 miliardi di mancate entrate a causa dei provvedimenti di saldo e stralcio dei contributi omessi negli anni scorsi. Il Civ ha chiesto allo Stato di garantire specifici interventi compensativi a carico della fiscalità generale per coprire gli oneri futuri derivanti da queste operazioni . 
Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha dichiarato che “prima di lanciare allarmi infondati sui conti dell’Inps bisognerebbe studiare con cura i meccanismi che hanno dato vita al riaccertamento in questione”. Ha inoltre sottolineato che le rottamazioni in questione fanno riferimento a un periodo di competenza che va dal 2000 al 2015 e sono frutto di tre diversi provvedimenti. Come a dire: non è tutta colpa dei condoni promossi dalla Lega. Insomma, un intervento da manuale dello scaricabarile.
La situazione attuale evidenzia la necessità di un aumento dell’occupazione per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale. Secondo l’Inps, l’incremento di 3,96 miliardi di euro nel 2024 rispetto al 2023 nella voce “Aziende - contributi della gestione privata” dimostra l’efficacia della riscossione ordinaria.
In conclusione, mentre l’Inps rassicura sulla solidità dei conti attuali, il futuro del sistema pensionistico italiano dipenderà dalla capacità di aumentare l’occupazione e di garantire un adeguato flusso di contributi. In altre parole, il sistema pensionistico è a rischio ma non bisogna dirlo troppo forte.


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