• IFIS 8501 sett 25
  • POSTE25 sett 850 1

Ramy, la consulenza della Procura scagiona i carabinieri: "Fu l’impatto con il palo a ucciderlo"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ramy, la consulenza della Procura scagiona i carabinieri: 'Fu l’impatto con il palo a ucciderlo'

La traiettoria è quella di una fuga disperata, il finale quello di una morte che lascia domande aperte. Ma per la Procura il punto fermo è uno: Ramy, 19 anni, egiziano, è morto perché il motorino su cui viaggiava è finito contro un palo del semaforo. E la responsabilità di quell’incidente non è dei carabinieri che li stavano inseguendo, ma di chi guidava lo scooter, Fares, l’amico che con lui ha tentato di sfuggire al controllo.

Ramy, la consulenza della Procura scagiona i carabinieri: "Fu l’impatto con il palo a ucciderlo"

Le conclusioni dell’esperto tecnico incaricato dalla Procura chiudono, almeno dal punto di vista giudiziario, il caso. Ramy non è morto per un tamponamento o per una manovra azzardata dei militari. Non c’è stata alcuna spinta, nessun urto provocato dall’auto dell’Arma. Solo un inseguimento che si è concluso nel peggiore dei modi: con un impatto violento contro un palo, una curva presa troppo stretta, l’equilibrio perso in un attimo.

Nella sua relazione, il perito è chiaro: “Le modalità dell’incidente escludono un contatto tra il veicolo inseguito e quello dei carabinieri. La morte del passeggero è riconducibile esclusivamente all’impatto con l’ostacolo”.

Il rischio scelto
E qui arriva il punto più duro della consulenza: secondo la Procura, se c’è un responsabile, quello è Fares, il ragazzo alla guida del motorino. È lui ad aver deciso di scappare, lui ad aver aumentato la velocità, lui ad aver “accettato il rischio delle conseguenze, per sé e per il trasportato”. In altre parole, è lui che ha messo in pericolo la vita di Ramy.

Un’accusa pesante, che ribalta la narrazione emersa nei primi giorni dopo la tragedia. In molti avevano puntato il dito sui carabinieri, parlando di un inseguimento condotto con troppa aggressività. Ma ora il fascicolo sembra destinato all’archiviazione per i militari. E resta aperto solo per Fares, che ora rischia un’accusa per omicidio stradale.

Una storia sbagliata
Ramy e Fares stavano scappando. Perché? Il motorino non era rubato, né c’era un mandato di arresto su di loro. Ma scappare, in certe zone e in certe vite, è un riflesso automatico. Vedere una pattuglia significa accelerare, perché fermarsi può significare guai. È questo il cortocircuito che ha ucciso Ramy: la paura della divisa, la decisione di spingere sull’acceleratore invece che fermarsi.

Ora la giustizia ha detto la sua. Ma la domanda resta: di chi è davvero la colpa, se crescere con l’istinto di fuggire sembra essere l’unica scelta possibile?

Notizie dello stesso argomento
Trovati 29 record
Pagina
3
06/10/2025
Riscaldamento domestico, si parte dal 15 ottobre: le date e le regole per la stagione 2024-2025
Per l’inverno 2024-2025, le date di avvio del riscaldamento domestico restano invariate
06/10/2025
Trump attacca Chicago: manda la Guardia nazionale. Proteste e paura
Con Portland bloccata dai giudici, la Casa Bianca apre un nuovo fronte in Illinois. Pritzk...
06/10/2025
Flotilla, le accuse di Ada Colau e degli attivisti spagnoli
Ada Colau e gli attivisti della Global Sumud Flotilla denunciano torture, umiliazioni e vi...
03/10/2025
Sciopero Flotilla, l’Italia si è fermata
Cento città in piazza per Gaza: treni, porti e autostrade bloccati. Tensioni e cariche, si...
03/10/2025
Ilva, lo specchio delle fragilità italiane
Poche storie raccontano l’Italia come quella dell’Ilva di Taranto
03/10/2025
Maltempo sul Centro-Sud: venti di burrasca e un morto in mare. Italia di nuovo sotto allerta
Maltempo sul Centro-Sud: venti di burrasca e un morto in mare. Italia di nuovo sotto aller...
Trovati 29 record
Pagina
3
  • IFIS 720 sett 25
  • POSTE25 sett 720