Regno Unito, le aziende contro il governo: "No a ulteriori tutele per i lavoratori"

- di: Redazione
 
Dalle aziende britanniche è arrivato un forte segnale di dissenso in relazione alle maggiori tutele che il governo laburista intende adottare per i dipendenti. Una misura che, secondo la Confederation of British Industry (CBI) ostacolerebbero le assunzioni di nuovo personale.
Il partito laburista, in uno dei punti maggiormente qualificanti dei suo programma elettorale, si è impegnato a richiedere ai datori di lavoro di offrire a tutto il personale congedo parentale, ore minime garantite, indennità di malattia e protezione da licenziamenti ingiusti. Su questa base, ora il gabinetto Starmer sta ora preparando la relativa base legislativa.
Secondo la legge vigente, fortemente contestata dalle organizzazioni sindacali, il personale impiegato per meno di due anni può essere licenziato senza che il datore di lavoro debba dimostrare cattiva condotta o scarse prestazioni.

Regno Unito, le aziende contro il governo: "No a ulteriori tutele per i lavoratori"

La preoccupazione che serpeggia tra i titolari delle piccole imprese è stato certificato da un sondaggio annuale che il CBI ha condotto, insieme all'agenzia di reclutamento Pertemps, e dal quale è emerso il timore che, modificando l'attuale normativa, diventerebbe difficile licenziare nuovi dipendenti con scarse prestazioni.

"Sebbene il governo abbia affermato che le aziende possono avvalersi di periodi di prova, la possibilità che le decisioni prese al termine del periodo di prova vengano contestate presso il tribunale del lavoro ha portato il 75% degli intervistati a dichiarare che sarebbero più cauti nell'assumere nuovo personale", ha affermato Matthew Percival, direttore del lavoro e delle competenze del CBI.
Secondo la Confederation of British Industry, il 62% dei datori di lavoro si aspetta che la Gran Bretagna diventi un posto peggiore in cui investire e fare affari nei prossimi cinque anni, con un aumento di 6 punti percentuali rispetto all'anno scorso tra coloro che si aspettano che la situazione diventi "molto peggiore".

Secondo un sondaggio condotto su 152 aziende, due terzi delle quali di piccole o medie dimensioni, la regolamentazione del lavoro rappresenta attualmente un problema per il 39% dei datori di lavoro, ma il 58% prevede che diventerà un problema nei prossimi cinque anni.
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