Regno Unito: la variante Omicron potrebbe provocare un aumento shock della disoccupazione

- di: Redazione
 
Se la variante Omicron del Covid-19 dovesse abbattersi sul Regno Unito, il Paese potrebbe registrare un forte aumento della disoccupazione, portandola ai livelli più alti degli ultimi sette anni. Su questo sembrano concordare tutti i più importanti economisti del Paese, secondo i quali eventuali restrizioni che consentano l'apertura solo dei negozi che vendono prodotti essenziali potrebbero costare all'economia britannica sei miliardi di sterline per ogni mese di blocco.

La variante Omicron travolge il Regno Unito: rischio boom per la disoccupazione

Lo scenario è talmente fosco che, dicono ancora gli economisti, anche se le misure adottate dal governo dovessero essere meno dure del lockdown (come il distanziamento sociale negli spazi pubblici e il lavoro da casa), le ripercussioni sul prodotto interno lordo comporterebbero un calo fino al 2%. La disoccupazione è attualmente pari al 4,3% nel Regno Unito, ovvero 1,48 milioni di adulti sopra i 16 anni sono senza lavoro. Un altro blocco potrebbe aumentare il numero di disoccupati a circa due milioni, il numero più alto dalla fine del 2014.

Lo scenario migliore per l'economia del Regno Unito mostra una crescita del PIL del 4,2% nel 2022, comunque inferiore rispetto al rimbalzo del 6,7% di quest'anno dopo la fine delle restrizioni. Se nel Paese dovesse essere istituito un lungo lockdown, simile a quello dell'inizio di quest'anno, l'economia crescerebbe solo dell'1,8% l'anno prossimo.
A mostrare molto inquietudine sono soprattutto i settori dell'ospitalità e della vendita al dettaglio, che si auspicano che il il governo non sia costretto a un altro lockdown o a dure restrizioni. Che, in questo periodo, che tradizionalmente registra un incremento delle attività commerciali, sarebbero molto dannose.

Gli operatori del settore dell'ospitalità sottolineano che il comparto ha bisogno d'essere aiutato concretamente e chiedono che, quale che sia la portata di eventuali misure, il sostegno governativo deve essere concreto. Se così non fosse, dicono, la mancata adozione di provvidenze efficaci avrebbe un effetto devastante per un comparto che, prima della pandemia, aveva generato 130 miliardi di sterline di attività economica, rappresentando il 10% dell'occupazione nel Regno Unito. Altrettanto preoccupanti le prospettive per i negozi al dettaglio non alimentari che hanno perso circa 30 miliardi di sterline di vendite durante i tre blocchi decisi fino ad oggi dal governo. Eventuali future restrizioni aggiungerebbero inevitabilmente ulteriore pressione ai commercianti, molti dei quali si stanno ancora riprendendo dalle precedenti chiusure. Per gli operatori del settore commerciale la chiave delle eventuali prossimi misure sarà la durata. Nel caso in cui le misure continuassero anche nel prossimo anno, il governo sarebbe probabilmente costretto a introdurre una qualche forma di sostegno settoriale, forse un piano di prepensionamento per i settori più colpiti.

Un lockdown, per alcuni esperti, colpirebbe soprattutto i settori dell'ospitalità, della gestione degli eventi, delle arti, degli eventi sportivi.
Il governo, da parte sua, ribadisce che le misure adottate per contenere la diffusione della variante Omicron non dovrebbero incidere molto sul tessuto economico.
''Agendo in anticipo" - ha detto un funzionario del Tesoro - "speriamo di prevenire il ricorso a ulteriori misure che potrebbero influenzare in modo più significativo l'attività economica. Come chiaramente stabilito nel nostro piano autunnale e invernale mesi fa, continueremo a monitorare i dati''.
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