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L'Europa approva il piano di riarmo, ma l'Italia si spacca

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
L'Europa approva il piano di riarmo, ma l'Italia si spacca

Con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astensioni, il Parlamento Europeo ha dato il via libera al piano di riarmo dell’Unione promosso da Ursula von der Leyen. Un passaggio chiave per la strategia comunitaria che punta a rafforzare le capacità militari europee e a ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Un testo che segna una svolta, non solo per il messaggio lanciato agli alleati transatlantici, ma anche per il nuovo equilibrio politico che ne emerge: si rafforza la maggioranza che sostiene la presidente della Commissione, mentre in Italia il voto ha evidenziato profonde fratture.

L'Europa approva il piano di riarmo, ma l'Italia si spacca

A Bruxelles, la decisione ha alimentato nuove tensioni con Mosca. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha attaccato duramente la strategia europea, definendo von der Leyen "la Führer Ursula" e accusando l’Unione di voler "remilitarizzare il continente". Parole pesanti che confermano il deterioramento dei rapporti con il Cremlino.

Fratelli d’Italia tra sostegno e astensione
In Italia, il voto ha messo in luce le ambiguità della maggioranza. Fratelli d’Italia, pur sostenendo il piano di riarmo, per la prima volta si è astenuta sulla questione dell’Ucraina. Una scelta che segnala i dubbi della premier Giorgia Meloni su un coinvolgimento più diretto nel conflitto e sul ruolo che l’Europa dovrebbe assumere nei prossimi mesi. Dubbi che emergono anche rispetto al vertice dei “volenterosi” convocato dal premier britannico Keir Starmer, su cui il governo italiano non ha ancora preso una posizione netta.

La premier si trova a gestire una fase di tensioni anche all'interno del suo partito. Fino a pochi mesi fa, Meloni rivendicava la sua vicinanza politica con Donald Trump, con cui aveva costruito un rapporto di affinità tanto nei valori conservatori quanto nella difesa dell’industria nazionale da un’eccessiva globalizzazione. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca, però, sta cambiando gli equilibri. L’amministrazione americana ha scelto una via apertamente protezionista, imponendo dazi su acciaio e alluminio e lasciando intendere che potrebbero arrivare nuove restrizioni sulle importazioni europee, colpendo duramente anche l’Italia.

Questa evoluzione ha creato divisioni in Fratelli d’Italia. Da un lato, c’è chi ritiene necessario mantenere una posizione ferma a sostegno di Kiev, in linea con gli alleati europei. Dall’altro, una parte del partito guarda con preoccupazione agli effetti economici delle politiche americane e chiede un approccio più cauto. Il voto sull’Ucraina è stato il primo segnale di una frattura che potrebbe ampliarsi nelle prossime settimane, soprattutto nel mondo industriale, dove le aziende italiane iniziano a temere il costo delle tensioni con Washington.

Il Pd si spacca: tensione tra riformisti e Schlein
Se il centrodestra ha cercato di trovare un equilibrio tra la necessità di sostenere la difesa europea e le cautele sul conflitto ucraino, nel Partito Democratico il voto ha messo in luce una profonda spaccatura. Solo 11 dei 21 eurodeputati dem hanno seguito l’indicazione della segretaria Elly Schlein di astenersi. Un dato che conferma le tensioni interne e rilancia le richieste di un chiarimento politico da parte dell’ala riformista, sempre più insofferente alla linea della leadership. Un confronto che, inevitabilmente, si rifletterà anche sulla politica nazionale.

Mentre l’Europa accelera sul riarmo e gli Stati Uniti alzano le barriere commerciali, l’Italia si trova nel mezzo di una tempesta geopolitica ed economica. Le scelte che il governo e le forze politiche prenderanno nelle prossime settimane potrebbero definire il ruolo del Paese nei nuovi equilibri globali.

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