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Riapertura delle scuole: aumentano le spese, ma anche gli investimenti?

- di: Claudia Loizzi
 
Riapertura delle scuole: aumentano le spese, ma anche gli investimenti?

Il 5 settembre riaprono le scuole. I primi a tornare in aula saranno gli studenti della Provincia autonoma di Bolzano. Poi, l’11 settembre, sarà la volta di Piemonte, Valle D’Aosta e la Provincia autonoma di Trento.  A seguire il 12 la Lombardia e il 13 l’Abruzzo, Marche, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Umbria e Veneto. Gli ultimi a sedersi sui banchi gli studenti di Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, il 15 settembre.

Riapertura delle scuole: aumentano le spese, ma anche gli investimenti?

Come ogni anno, si registra un aumento nei costi dei libri che, secondo lo studio di Federconsumatori per l’anno 2023/24, ammonta a circa 502,10 euro in media per ogni studente con un incremento del 4% rispetto allo scorso anno. Per non parlare del materiale scolastico che per ogni alunno è stimato in 606 euro circa, registrando un incremento del 6,2%, rendendo pertanto la spesa scolastica davvero un onere nell’economia familiare. Oltre tutto occorre considerare anche l’eventuale spesa per l’acquisto di un PC e dei relativi programmi, e i costi per la connessione internet. Insomma, una bella stangata per ogni famiglia tra accessori scolastici e strumenti tecnologici, tenendo presente il generale aumento dei costi dei consumi previsto per il prossimo anno. Nonostante per le famiglie a basso reddito sia stato previsto a livello regionale e comunale un minimo di sostegno economico per tali spese tramite bonus, agevolazioni e gratuità, le spese scolastiche incideranno pesantemente sul paniere di molte famiglie. Una spesa necessaria, un investimento sul futuro dei ragazzi per una scuola che ha come fine unico la formazione delle nuove generazioni sia dal punto di vista culturale-nozionistico che dal punto di vista educativo, soprattutto laddove il nucleo familiare risulta carente.

Si dovrebbe aprire un capitolo a parte sull’importanza della didattica, degli strumenti necessari per mantenere qualificata la preparazione scolastica pubblica, con corsi di aggiornamento per i professori e materiali tecnici scientifici per ogni istituto, ma il trend sembra andare proprio da un'altra parte. Manca, da sempre, la volontà di investire nella scuola pubblica. Chi ha le possibilità sceglie le scuole private che assicurano un ambiente con una istruzione più integrata e all’avanguardia. La mossa di Valditara, Ministro dell’Istruzione, è stata quella di trovare il modo di estendere anche agli istituti paritari i fondi PON, Programma Operativo Nazionale finanziato dai Fondi Strutturali Europei, un piano di interventi che punta a creare un sistema d'istruzione e di formazione di elevata qualità e che include progetti per circa 3,8 miliardi, suscitando la reazione delle opposizioni e dei sindacati, poiché troppo spesso le paritarie sono considerate dei “diplomifici” che non offrono una reale preparazione.

Nel piano semplificazione del Ministero sarebbe però prevista una contromossa: un’apposita misura dedicata alle scuole paritarie volta a ridisegnare e digitalizzare la procedura di riconoscimento della parità, rafforzando i controlli anche in itinere, a sostegno delle attività ispettive. Altro piccolo sforzo di miglioramento, soprattutto alla luce di avvenimenti orribili come quello di Caivano, è stata la firma di Valditara del Decreto ministeriale Agenda Sud, il cui obiettivo è ridurre i divari negli apprendimenti, contrastare la dispersione scolastica e il degrado di molte periferie, una realtà oramai presente in tutto il nostro paese.

Un ulteriore obiettivo è quello di portare in Cdm tra due settimane il disegno di legge sulla riforma dell’istruzione tecnico-professionale in via sperimentale per “offrire opportunità ai nostri giovani, che oggi mancano, e offrire al mondo della produzione delle competenze adeguate”, perché – ha spiegato Valditara – “uno dei problemi della competitività del sistema produttivo è quella di avere dei tecnici qualificati”Speriamo che in questo processo, non venga mai a mancare il lato umanistico dell’istruzione, fiore all’occhiello della cultura italiana.

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