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Social Media e Top Manager: il 77% preferisce LinkedIn alle altre piattaforme

- di: Barbara Bizzarri
 
Social Media e Top Manager: il 77% preferisce LinkedIn alle altre piattaforme

I social media sono tanti, variegati e ognuno ha i suoi preferiti, attraverso cui raggiungere il target di riferimento. Nel caso dei top manager attivi sulle piattaforme social, LinkedIn è la piattaforma che presenta il maggior numero di profili dei top manager (52,6%). Seguono Twitter (27,8%) e Instagram (19,6%). Il social professionale è inoltre il canale principale per il 77% dei manager attivi su almeno una delle piattaforme incluse nell’analisi. 

Social Media e Top Manager: il 77% preferisce LinkedIn alle altre piattaforme

 

“Lo studio dei dati sulla comunicazione delle personalità pubbliche e dei brand, condotto in questi anni, ci ha portato a sviluppare una teoria sul rischio di information overload, che nei social più che in altri canali, è dietro l’angolo, data la loro caratteristica immediatezza - spiega Andrea Barchiesi, Founder e CEO di Reputation Manager -. La curva tipica è a ‘vasca da bagno rovesciata’, con ‘efficacia’ in ordinata e in ascissa la ‘frequenza’ di comunicazione. In pratica, vi sono tre zone così disegnate, la prima a bassa frequenza non serve a molto ed è la fase fredda. Dare un numero è poco utile poiché dipende dal canale e dalla materia. Sull’ornitologia un post a settimana è tanto, sulla cronaca è troppo poco. La fase due è una curva di buona efficacia e stabilità (sarebbe il fondo della vasca rovesciata). Qui si ottengono ottimi risultati in un range di frequenza. La terza fase è il surriscaldamento, ovvero l’efficacia crolla in modo ripido al crescere della frequenza. In politica è molto chiaro, Salvini, Calenda e altri sono spesso nell’area di surriscaldamento. Ogni post consuma il precedente e avviene anche una sorta di effetto stanchezza. Questa curva va adattata ad ogni canale. Il mio consiglio è: posizionatevi in fase due bassa”. 


A quanto rileva l’aggiornamento di maggio 2023 dell’Osservatorio Social Top Manager di Reputation Manager, che monitora la presenza e l’attività social di oltre 150 executive attivi in Italia, è aumentato dell'8% il numero di top manager che producono attivamente contenuti e si riduce di 2 punti la percentuale dei profili inattivi (26%). Il numero degli executive che si limitano a reagire ai contenuti altrui diminuisce invece di un decimo (20%).  Rispetto alla rilevazione di gennaio 2023, la percentuale di top manager presenti su almeno una delle tre piattaforme social prese in esame è rimasta stabile (75%), mentre è diminuita di un punto nel corso dell’ultimo anno.

LinkedIn continua, quindi, la sua crescita: infatti, il seguito dei manager in Top20 è aumentato del 16,3%, con picchi individuali del 46%. I primi 20 manager per follower su Instagram vedono invece un’espansione quadrimestrale più contenuta (+3,7%) e Twitter inverte la propria tendenza in contrazione registrata a gennaio 2023 con un lieve incremento dello 0,5%.  La maggior parte dei top manager pubblica e condivide su LinkedIn contenuti legati alle rispettive aziende. Twitter è utilizzato più liberamente e presenta anche opinioni personali su svariati argomenti, anche di attualità e politica. Instagram è invece il social sul quale gli executive adottano un approccio più personale, attraverso la condivisione di immagini e video ritraenti anche attimi della loro vita privata.  

Inoltre, in questa edizione, il report si arricchisce di un’analisi dedicata a Wikipedia. Il canale rappresenta, spesso, il primo touchpoint tra il top manager e i suoi stakeholder: chi cerca informazioni sulla persona si imbatte come primo o secondo risultato proprio nella pagina Wiki, quando è presente, e il suo contenuto influenza in modo rilevante la percezione. Wikipedia, per il suo carattere enciclopedico, è infatti percepito come canale autorevole e veritiero, anche se i contenuti presenti al suo interno sono sempre frutto di moderazione e scelte editoriali da parte della community. È dunque fondamentale studiarlo per capire quale sia l’impatto sulla reputazione, sia personale che professionale. 

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