Stellantis: senza nuovi incentivi, incerto il futuro degli stabilimenti italiani

- di: Redazione
 
Se il governo non si muove per varare pacchetti di consistenti sussidi per chi decide di acquistare veicoli elettrici, si ''mettono a rischio gli stabilimenti italiani'' del gruppo Stellantis.
Se non è un ultimatum ci manca poco. A lanciarlo è niente meno che Carlos Tavares, CEO del gruppo automobilistico che sembrava non vedere l'ora di mettere pressione sul governo italiano che, negli ultimi tempi, ha alzato il tono del confronto con Stellantis, che sembra avere messo in moto un meccanismo che ne annuncia un progressivo sganciamento dai progetti per gli stabilimenti che ha (ancora) in Italia.
Le dichiarazioni, rese a Boomberg dal CEO del gruppo nato dalla fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot, hanno avuto una immediata reazione da parte di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che gli ha chiesto di uscire allo scoperto: ''Se Tavares o altri ritengono che l'Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all'interno dell'azionariato di Stellantis, ce lo chiedano'', aprendo alla possibilità di una ''partecipazione attiva''.

Stellantis: senza nuovi incentivi, incerto il futuro degli stabilimenti italiani


Non è una novità, perché anche in passato, questa possibilità era stata valutata (quando Mario Draghi era presidente del Consiglio), avendo come possibile testa di ponte pubblica Cassa Depositi e Prestiti, allo scopo di tutelare gli interessi nazionali e dare all'Italia la possibilità di avere, in Stellantis, pari peso rispetto al governo francese, che ha visto la sua partecipazione - del 6,4% - salire di forza, grazie ad un artifizio societario, che gli ha consentito di valere, in termini di diritti di voto, il 9,9%.
Tavares, quasi ad anticipare qualche possibile dubbio sull'indipendenza di Stellantis di fronte alla Francia ha voluto sottolineare che il gruppo ''non è nelle mani del governo francese''.
Excusatio non petita...

Comunque per lui, se un responsabile c'è per l'incertezza sul futuro degli stabilimenti di Stellantis in Italia, è il governo.
''Se non vuoi che i veicoli elettrici progrediscano, non devi far altro che fermare i sussidi. È evidente che il governo italiano ha fatto così: il mercato dei veicoli elettrici in Italia è molto, molto piccolo. È una conseguenza diretta del fatto che il governo italiano non sovvenziona l’acquisto di veicoli elettrici''.
Ora, verrebbe da dire, se due più due fa sempre quattro, allo stesso modo non è automatico che le mosse di Stellantis dipendano da quelle - fatte o meno - del governo italiano che, in passato, nei confronti della Fiat (una delle tre teste dell'idra) è stato sempre molto attento, per non dire che ha anche ecceduto nelle concessioni.

Comunque c'è un piano di incentivi per l'automotive, del valore di un miliardo, che ha come obiettivo il rinnovamento dell'attuale parco dei veicoli circolanti e di incentivare la produzione in Italia. Forse un po' poco per fare uscire il Paese dal pantano di produzione in cui si trova, ma comunque un primo passo.
Perché, ha detto Urso, ''se l'obiettivo non sarà raggiunto quest'anno, le risorse del fondo automotive saranno indirizzate non più a sviluppare i consumi, ma a incoraggiare nuovi investimenti produttivi nel nostro Paese, anche per incentivare una seconda casa automobilistica a produrre in Italia''.

Alle mosse del governo ha replicato la segretaria del Pd, Elly Schlein: ''Basta con le chiacchiere, Meloni fa la faccia dura con Stellantis, ma non ha una strategia e il governo si presenta all'azienda con il cappello in mano. Continuano a minacciare di non dare più incentivi ma Stellantis continua ad utilizzarli senza rispettare condizionalità; serve una svolta''.
Tavares, ha aggiunto Schlein, ''ha lanciato una sfida, il governo la raccolga e non faccia cadere la provocazione dell'ad di Stellantis. Si prenda sul serio l'ipotesi di una partecipazione italiana a Stellantis che bilanci quella francese».
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