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Studio Pagamenti Cribis: in Italia le aziende pagano con minore puntualità

- di: Redazione
 
Studio Pagamenti Cribis: in Italia le aziende pagano con minore puntualità
Cribis ha presentato l'annuale Studio Pagamenti, che analizza le abitudini di pagamento delle imprese in Italia e nel mondo. Stando al report, nel 2023 i pagamenti puntuali sono tendenzialmente cresciuti nelle principali economie del mondo, ma l'Italia è indietro nonostante sia salita di una posizione in Europa, risultando 18esima tra 25 paesi scrutinati col 41,1% di pagamenti alla scadenza, e 28esima al mondo (salgono invece al 9,6% i pagamenti ai fornitori oltre i 30 giorni, +5,5%).

Studio Pagamenti Cribis: in Italia le aziende pagano con minore puntualità

L’Italia è comunque lontana dalle principali economie industrializzate europee, con la Danimarca al primo posto (pagamenti puntuali nel 94,2% dei casi) e la Romania fanalino di coda, con oltre il 90% di pagamenti mancati alla scadenza.

In Europa Settentrionale, dietro la Danimarca troviamo Polonia (82,7%) e Olanda (76,1%), mentre Irlanda e Regno Unito mostrano un aumento consistente dei pagatori puntuali rispetto al 2022 (+27,1% e +20,3%), ma la Gran Bretagna vede anche il tasso più alto di ritardi gravi (8,8%).
 
In Europa Meridionale, guida l'Ungheria (73,2%), seguita dalla Slovenia (52,1%), mentre la Serbia è il paese più migliorati (+6,9% pagamenti alla scadenza). L’incremento più alto dei ritardi gravi è registrato in Romania (+82,8%) e Ungheria (26,7%).
 
Capitolo Nord America: i pagatori puntuali crescono del 3,3% negli USA fino a rappresentare più del 59% del totale, mentre in Messico decrescono del 3,2% raggiungendo il 44,9% a fine 2023. Il Canada presenta un lieve miglioramento dei pagamenti alla consegna, ma rispetto al 2022 registra un incremento nei ritardi gravi del 9,3% (8,2% del totale).
 
In Asia, nel 2023 è Taiwan a distinguersi per la maggiore quota di pagamenti puntuali (77,2%), mentre i ritardi gravi interessano solamente l’1,9% delle aziende, in calo del 26,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. In ogni caso, tutti i paesi asiatici analizzati registrano un incremento dei pagatori puntuali rispetto al 2022.
La crescita maggiore sul fronte dei pagamenti puntuali lo mostra Hong Kong, dove il dato rimane comunque basso al 26,3% del totale (+36,3% rispetto al 2022). L’India, d’altra parte, registra il 27,5% nella classe di pagamento con grave ritardo, con un peggioramento rispetto al 2022 (+44,7%).

Performance positiva per la Nuova Zelanda con più dell’80% di pagatori puntuali, mentre l’Australia peggiora di quasi 6 punti percentuali rispetto al 2022 (70,5% vs. 64,7%). In relazione ai pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo la Nuova Zelanda risulta più virtuosa dell’Australia (3,7% vs. 8,7%).

Marco Preti, Amministratore Delegato di Cribis (nella foto), ha commentato: “I dati dell'osservatorio Studio Pagamenti ci indicano che l’Italia viaggia a due velocità: la puntualità nei pagamenti e l’incidenza dei ritardi gravi cambiano drasticamente spostandosi dal nord-est e nord-ovest, dove le aziende mostrano comportamenti più virtuosi, al centro-sud e isole. È anche vero che i dati mostrano un lieve peggioramento nei pagamenti delle piccole e medie imprese italiane, ma il dato non è preoccupante se contestualizzato nel contesto macroeconomico del 2023 che presenta caratteri di grande complessità, di fronte al quale le PMI hanno tenuto meglio del previsto. Quello che desta preoccupazione è il confronto con le altre economie industriali europee, specie con la Germania, rispetto alle quali l’Italia si posiziona nella parte bassa della classifica. Questo posizionamento rappresenta un evidente problema di competitività: ogni volta che le aziende italiane devono fare qualcosa per ottenere un pagamento, perdono marginalità. Le aziende devono imparare a rispondere al clima di incertezza, un fattore di mercato che durerà a lungo e che le imprese dovranno gestire se vorranno mantenere un posizionamento competitivo”.

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