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L’Europa verso il riarmo: questi i cinque punti del piano e da dove arriveranno le risorse

- di: Marta Giannoni
 
L’Europa verso il riarmo: questi i cinque punti del piano e da dove arriveranno le risorse

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha presentato al Parlamento Europeo il piano “ReArm Europe”, una strategia ambiziosa volta a rafforzare le capacità difensive dell’Unione Europea. Questo piano prevede l’investimento di circa 800 miliardi di euro nel settore della difesa, con l’obiettivo di rendere l’Europa più autonoma e preparata di fronte alle crescenti minacce geopolitiche. 

Il piano “ReArm Europe”
Il piano si articola in cinque punti principali:
1. Flessibilità fiscale: sospensione delle regole di bilancio dell’UE per consentire agli Stati membri di aumentare la spesa per la difesa, con una potenziale mobilitazione di 650 miliardi di euro in quattro anni. 
2. Prestiti per la difesa: offerta di 150 miliardi di euro in prestiti per progetti di difesa congiunti, come sistemi di difesa aerea e missilistica.  
3. Riprogrammazione dei fondi: possibilità di reindirizzare fondi esistenti dell’UE, come quelli di coesione, verso investimenti nella difesa. 
4. Ruolo della Banca Europea per gli Investimenti (BEI): rimozione delle restrizioni sui prestiti della BEI per supportare le imprese del settore della difesa. 
5. Unione del risparmio: creazione di un meccanismo per mobilitare capitali privati nel settore della difesa, aumentando gli investimenti nel comparto. 

Le motivazioni del piano
Nel suo discorso, von der Leyen ha sottolineato la necessità di una difesa comune per scoraggiare attacchi esterni, citando Alcide De Gasperi: Non si tratta soltanto di impedire la guerra fra noi, ma anche di formare una comunità di difesa che abbia a suo programma non di attaccare, non di conquistare, ma solo di scoraggiare qualsiasi attacco dall’esterno in odio a questa formazione dell’Europa unita.”
Ha inoltre evidenziato come la Russia stia investendo in difesa più di tutta l’Europa combinata, rendendo urgente un rafforzamento delle capacità difensive europee. 

Le reazioni politiche
Il piano ha suscitato reazioni contrastanti all’interno del Parlamento Europeo:
Partito Popolare Europeo (PPE): ha espresso sostegno al piano, sottolineando la necessità di rafforzare la difesa europea. 
Socialisti e Democratici (S&D): alcuni membri hanno manifestato preoccupazioni riguardo all’impatto del piano su altri settori, come sanità e istruzione. 
Verdi: hanno espresso dubbi sulla direzione presa dall’UE, temendo una militarizzazione dell’Unione.  

La protesta del Movimento 5 Stelle
In concomitanza con la presentazione del piano, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha guidato una protesta davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo. Circa 50 tra deputati, senatori ed europarlamentari del M5S hanno esposto uno striscione con la scritta “Basta soldi per le armi”, manifestando la loro contrarietà al piano “ReArm Europe”. Conte ha dichiarato: “Con questa protesta vogliamo portare alle istituzioni europee la netta contrarietà dei cittadini al piano ReArm Europe che prevede uno stanziamento fino a 30 miliardi per l’industria bellica da parte dell’Italia. Un salasso che porterà con l’ok di Giorgia Meloni e di tutto il suo governo a ulteriori tagli a sanità, istruzione, welfare e investimenti per le imprese.”  
Successivamente, Conte ha incrociato von der Leyen all’interno del Parlamento, affermando: “Continueremo a fare una forte opposizione, saremo più forti di te.” La presidente della Commissione ha replicato: “Lo vedremo.” 

Diverse visioni all’interno dell’Unione Europea 
Il dibattito sul piano “ReArm Europe” evidenzia le diverse visioni all’interno dell’Unione Europea riguardo al futuro della difesa comune. Mentre alcuni sostengono la necessità di un rafforzamento militare per garantire la sicurezza del continente, altri temono che tali investimenti possano distogliere risorse da settori cruciali come la sanità e l’istruzione. La discussione proseguirà nelle prossime settimane, con il Parlamento Europeo chiamato a esprimersi sul piano e a trovare un equilibrio tra le diverse esigenze e priorità degli Stati membri.

(Nella foto un momento della presentazione dell'attuale Commissione UE)


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