Vietnam: donna d'affari accusata di frode da 44 miliardi rischia la pena capitale

- di: Redazione
 
È cominciato a Ho Chi Minh City, in Vietnam, il processo ad una donna d'affari, la sessantasettenne Truong My Lan, accusata di una frode, protrattasi per oltre dieci anni, che le avrebbe fruttato circa 44 miliardi di dollari. Se giudicata colpevole, l'imputata rischia la condanna a morte.
Secondo quanto le viene contestato. Truong My Lan ha ottenuto prestiti per 44 miliardi di dollari dalla Saigon Commercial Bank, dei quali, secondo i pubblici ministeri, 27 miliardi di dollari potrebbero non essere mai recuperati.

Vietnam: donna d'affari accusata di frode da 44 miliardi rischia la pena capitale

Contrariamente al riserbo che, per consuetudine, le autorità vietnamite rispettano in casi come questo, alla vicenda di Truong My Lan è stato dato grande risalto, fornendo ai media moltissime informazioni.
Per fare meglio comprendere l'ampiezza dell'indagine, basta ricordare che le persone chiamate a testimoniare sono 2.700 e che i pubblici ministeri che parteciperanno alla fase dibattimentale sono dieci e si confronteranno con circa 200 avvocati. Le prove documentali - a partire da quelle cartacee - pesano oltre sei tonnellate.

L'accusata principale (alla sbarra insieme ad altri 85 imputati) ha sempre respinto le accuse. In base al codice penale del Vietnam rischia la pena capitale, come altri tredici coimputati.
Di origine sino-vietnamita, Truong My Lan ha cominciato come venditrice di cosmetici nei mercatini, per poi cominciare ad acquistare terreni, dopo la riforma economica varata, nel 1986, dal Partito comunista. Già negli anni '90, possedeva alberghi e ristoranti. Nel 2011 organizzò la fusione di tre banche, piccole e a corto di liquidità, nella più grande Saigon Commercial Bank. Aggirando la legge che non consente a nessuno di detenere più del 5% di istituti di credito, Truong My Lan possedeva effettivamente più del 90% di Saigon Commercial. Tra le accuse che le sono mosse c'è anche di avere corrotto dei funzionario, per evitare che l'enorme massa di prestiti della Saigon Commercial, che otteneva personalmente, fosse sottoposta a controlli. Tra i presunti corrotti c'è anche un ex ispettore capo della banca centrale, che rischia l'ergastolo per aver accettato una tangente di 5 milioni di dollari.

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