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Volkswagen evita i dazi di Trump, ma BMW e altri marchi rischiano aumenti sui costi

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Volkswagen evita i dazi di Trump, ma BMW e altri marchi rischiano aumenti sui costi

Il settore automobilistico globale è in fermento dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ufficialmente imposto un dazio del 25% sulle auto importate da Messico e Canada. Tuttavia, Volkswagen sembra destinata a evitare l'impatto di questa misura, mentre altre case automobilistiche, come BMW, potrebbero subire forti ripercussioni economiche.

Volkswagen evita i dazi di Trump, ma BMW e altri marchi rischiano aumenti sui costi

L'amministrazione Trump ha concesso una proroga di un mese per le aziende che rispettano le regole di origine previste dall'Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA). Questa decisione ha dato un po’ di respiro ai produttori di automobili, ma non ha dissipato del tutto le incertezze sul futuro delle tariffe. Molti produttori europei e giapponesi, con impianti produttivi in Nord America, sono ora in attesa di conferme sulle loro esenzioni o sull’eventuale applicazione dei dazi.

Volkswagen: conformità all’USMCA e nessun dazio
Un portavoce di Volkswagen ha dichiarato che i veicoli prodotti in Nord America dall'azienda tedesca sono conformi ai criteri dell’USMCA, il che significa che non dovrebbero essere soggetti ai nuovi dazi. Ciò rappresenta una vittoria importante per la casa automobilistica, che ha una forte presenza in Messico, con il suo stabilimento a Puebla, da cui esporta numerosi modelli negli Stati Uniti.

Volkswagen ha investito in maniera significativa nella regione nordamericana per assicurarsi di rispettare le normative dell’USMCA, che impongono che almeno il 75% delle parti di un veicolo provenga dal Nord America per evitare l’applicazione di tariffe doganali. Il rispetto di queste regole permette quindi alla casa automobilistica di mantenere i propri prezzi competitivi sul mercato statunitense.

BMW tra le più colpite: possibili rincari sui veicoli importati dal Messico
Diversa è la situazione per BMW. Un portavoce della casa automobilistica bavarese ha confermato che una parte dei veicoli fabbricati negli Stati Uniti e in Messico non è conforme agli standard dell’USMCA, rendendoli potenzialmente soggetti ai nuovi dazi.

Circa il 10% delle vendite di BMW negli Stati Uniti proviene dal Messico, e un’imposizione tariffaria del 25% potrebbe portare a un incremento significativo dei costi per i clienti americani.

BMW ha criticato apertamente la politica tariffaria dell’amministrazione Trump, affermando in una nota ufficiale che "alla fine, danneggia i clienti, rendendo i prodotti più costosi e meno innovativi". La casa tedesca si è detta preoccupata per il possibile calo della domanda derivante dall’aumento dei prezzi e sta valutando soluzioni per mitigare l’impatto economico della misura.

Mazda e Audi: incertezza sulle esenzioni
Mazda, un altro marchio con una significativa produzione in Messico, ha dichiarato che per ora le sue Mazda3 e CX-30 non saranno colpite dai nuovi dazi, almeno per i prossimi 30 giorni. Tuttavia, l’azienda ha specificato che sta aspettando indicazioni definitive dall’amministrazione statunitense per comprendere l’effettiva portata delle nuove norme.

Anche Audi è tra le case automobilistiche più esposte alle minacce tariffarie di Trump, in quanto non dispone di impianti produttivi negli Stati Uniti. Il marchio tedesco produce il suo SUV Q5 in Messico, ma non ha ancora chiarito se i modelli realizzati nel paese siano conformi ai criteri dell’USMCA.

Detroit e l’esenzione temporanea: il pressing dei colossi americani
Le principali case automobilistiche di Detroit, tra cui General Motors, Ford e Stellantis, hanno fatto pressione per ottenere esenzioni dai nuovi dazi, e l’annuncio della proroga temporanea è stato accolto con sollievo dal settore. Le case americane, infatti, sono strettamente legate alle catene di approvvigionamento messicane e canadesi, e l'imposizione dei dazi avrebbe avuto un impatto devastante su molte delle loro linee di produzione.

La decisione dell’amministrazione Trump arriva in un momento di grande trasformazione per il settore automobilistico, con la crescente diffusione dei veicoli elettrici e la necessità di ridurre i costi di produzione per rimanere competitivi sul mercato globale.

Gli effetti delle nuove tariffe sul mercato statunitense
L’imposizione dei dazi potrebbe tradursi in un aumento dei prezzi per i consumatori americani. Secondo alcuni analisti del settore, i costi delle automobili importate potrebbero crescere tra il 10% e il 20%, con ripercussioni sulle vendite e sulla competitività del mercato statunitense.

Le aziende che non riescono a rispettare le regole dell’USMCA potrebbero valutare di spostare parte della loro produzione negli Stati Uniti per evitare i dazi, ma questo processo richiede investimenti significativi e tempi lunghi.

Prossimi passi: l’incognita politica e le mosse delle case automobilistiche
Con l’amministrazione Trump ormai pienamente operativa, la politica commerciale rimane un tema centrale per il settore automobilistico. Il presidente ha ribadito la sua volontà di proteggere l’industria americana, aumentando la pressione sui produttori stranieri.

Se Trump dovesse continuare su questa linea protezionista, è probabile che altre misure tariffarie vengano introdotte nei prossimi mesi, mettendo ulteriore pressione sui produttori europei e giapponesi.

Nel frattempo, le case automobilistiche stanno cercando di adattarsi alla nuova realtà. Volkswagen, avendo garantito la conformità ai criteri dell’USMCA, sembra al sicuro, mentre BMW e altre aziende potrebbero trovarsi costrette a rivedere le loro strategie produttive per evitare il peso delle nuove tariffe.

La battaglia sui dazi è solo all’inizio, e nei prossimi mesi saranno fondamentali le decisioni dell’amministrazione statunitense e le eventuali contromisure adottate dalle case automobilistiche per salvaguardare la propria competitività sul mercato americano.

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