A tutta dieta… del gruppo sanguigno!

- di: Barbara Leone
 
Lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo, scrisse Ippocrate. Una massima, quella del padre della medicina scientifica, che sono in pochi a seguire. Perché troppo spesso ci dimentichiamo che il cibo non è, e non dovrebbe essere, solo fonte d’energia e piacere. Ma all’occorrenza può essere anche una sorta di medicazione per le problematiche più disparate. Un esempio? Il kiwi, consigliato in prima battuta per chi ha problemi di stipsi. Ed è proprio all’idea del cibo come medicina che s’è ispirato James D’Adamo, ideatore della dieta del gruppo sanguigno di cui vi parliamo oggi. Uno dei regimi alimentari più discussi degli ultimi tempi ma che, nonostante i pareri fortemente contrari della comunità scientifica, ha incontrato un impressionante successo. Da noi è più conosciuta come emodieta, o la dieta del dottor Mozzi, che è colui che ne ha diffuso i princìpi nel nostro Paese. Questa dieta, che come tutte le altre sconsigliamo di seguire senza il parere favorevole del vostro medico di fiducia, si fonda sull’idea che sangue, malattie e alimentazione siano tra loro correlati al punto che il gruppo sanguigno di ognuno sia determinante nell’alimentazione da seguire per evitare che l’organismo si ammali. Di conseguenza questo regime alimentare prevede che vengano consumati alimenti differenti proprio in base al gruppo sanguigno d’appartenenza. Pratica che, secondo l’ideatore, dovrebbe portare non solo ad un dimagrimento ma anche alla risoluzione di tutte quelle patologie legate ad una alimentazione scorretta. Secondo gli studi affrontati per la prima volta nel 1957 dal naturopata americano James D’Adamo, poi portati avanti dal figlio Peter e descritti nel suo libro “Eat right for your type”, i gruppi sanguigni sono frutto dell’alimentazione che hanno condotto i nostri antenati nelle ere passate, e quindi riflettono in qualche modo l’evoluzione alimentare avuto nel corso dei secoli. Della serie, se la pasta mi fa ingrassare è tutta colpa della mia trisavola che ne mangiava troppo. Vabbè, non è proprio così ma il senso è più o meno questo. A questo punto tocca solo prendere nota del nostro gruppo sanguigno e partire, sperando che i nostri avi si siano comportati come si deve. Quello più antico è il gruppo 0, che secondo D’Adamo si è formato a seguito di una dieta prevalentemente carnivora. In pratica, è il gruppo sanguigno nato dagli uomini primitivi. Se appartenete a questo gruppo sappiate che, sempre secondo il naturopata americano, avete tutte quelle caratteristiche fisiche che avevano gli antichi cacciatori. I quali conducevano una vita molto faticosa e pesante, e dunque traevano beneficio dagli alimenti di origine animale.

La Dieta del Gruppo Sanguigno del Dottor Mozzi

Ergo, dovete stare alla larga dal glutine et similia. Ma non disperate, perché potrete consumare a volontà carne e derivati. Da evitare cereali, latticini e legumi. Se invece il vostro gruppo sanguigno è A, sappiate che venite dritti dritti dal neolitico, quando l’agricoltura rappresentava la principale forma di sostentamento dell’essere umano e dal nomadismo si passò a uno stile di vita più sedentario. E’ il periodo in cui i popoli abbandonarono gradualmente la caccia per dedicarsi alla coltivazione di frutta e verdura. Quindi dovrete consumare soprattutto alimenti vegetali e ridurre la carne. I latticini restano sconsigliati. Il gruppo B, invece, è tipico dei popoli nomadi delle steppe che, stazionando in terre più aride e remote, avevano meno possibilità di sostentarsi con l’agricoltura. Questi erano dediti alla pastorizia e all’allevamento del bestiame, attività che ben si adattava ai climi più freddi del Tibet, Siberia, Mongolia e Himalaya. Il cambiamento climatico e dello stile di vita ha fatto sì che queste popolazioni sviluppassero un sistema immunitario molto forte e, di conseguenza, un apparato digerente molto efficiente. Sulla base di questa teoria, la dieta del gruppo sanguigno B è l’unica che contempla la possibilità di consumare latticini e formaggi in quantità, insieme alle altre fonti di proteine animali, mentre devono essere evitati gli zuccheri semplici (frutta e verdura). Infine il gruppo misto… no, non quello del Parlamento che è ‘na mezza cosa. Quello sanguigno, denominato AB, è quello che si è formato quando Barbari e Romani hanno copulato e quindi hanno mescolato i rispettivi geni. Il che vuol dire che, se appartenete a questo raro gruppo sanguigno, possedete sia gli antigeni del gruppo A che quelli del gruppo B. In questo caso fate come vi pare… Non proprio eh. Perché di fatto la dieta del gruppo AB è sì una via di mezzo che consente il consumo di tutti gli alimenti in quantità moderate ma, in quanto dieta, sconsiglia l’assunzione di troppi grassi poiché gli appartenenti a quest’ultimo sono inclini all’aumento di peso. Ricapitolando, secondo l’ideatore di questa dieta esistono alimenti consigliati, neutri e da evitare per ogni gruppo sanguigno, dal momento che questi ultimi si caratterizzano per la presenza di antigeni nei globuli rossi che influenzano la corretta digestione dei cibi. Di conseguenza, ogni qualvolta gli antigeni entrano in contatto con le lectine (proteine) degli alimenti incompatibili scatenano una reazione avversa, dando origine a intolleranze, malesseri e malattie. Tutto questo, però, non ha alcun riscontro scientifico. Anzi, proprio qui casca l’asino. Nel senso che la comunità scientifica la reputa addirittura tra le diete più farlocche, se non dannose, degli ultimi anni. E proprio a partire dalla classificazione dei gruppi sanguigni che, secondo gli esperti, è molto più complessa di quella elaborata dalla dieta. Quest’ultima infatti tiene in considerazione solo il sistema AB0 per la differenziazione, escludendo a priori le varianti Rh, positivo e negativo, che permettono di ottenere ben 8 classificazioni e non 4 come previsto dal dottor D’Adamo. Senza contare, poi, che non sono state riscontrate prove in merito al fatto che la formazione dei gruppi sanguigni sia stata determinata dall’evoluzione della specie. Nel dubbio, meglio evitare. Anche perché a lungo termine questa dieta può rivelarsi persino pericolosa per la salute di alcuni soggetti. È il caso di coloro che soffrono di intolleranze e si ritrovano tali cibi nella lista di quelli consigliati, oppure di chi propende al consumo eccessivo di determinate categorie di alimenti e alla totale esclusione di altre, producendo così un forte squilibrio tra i nutrienti necessari al normale sostentamento. E soprattutto al benessere. Altro che medicina!
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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