Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, illuminati di blu i palazzi delle istituzioni

- di: Barbara Leone
 
I numeri sono implacabili. Sono ben 59 le guerre nel mondo in corso in questo momento, e quella tra Russia ed Ucraina è solo l’ultima di un lungo, crudelissimo elenco. Con quasi 4,5 milioni di morti ufficiali a giugno 2021, un miliardo di esseri umani che muoiono di fame a seguito dei conflitti, i 270 milioni di persone costrette a fuggire dalla loro terra e i duemila miliardi di dollari, ma sicuramente molto di più, spesi per comprare armi. Numeri che inchiodano un mondo in rovina. Cieco, sordo, ottuso e completamente anestetizzato dall’indifferenza che lo (ci) domina irrimediabilmente. Dietro questi numeri ci sono vite spezzate, violenze inenarrabili e fiumi e fiumi di lacrime e disperazione. E tu, tu la chiami guerra e non sai che cos’è, cantava De André. E’ vero. Noi, comodamente seduti sui nostri divani e col piatto pieno in mano, non abbiamo la minima idea di che cosa possa significare viverla la guerra. Ci sono Paesi in cui è quasi la normalità. Come in Myanmar, Afghanistan, Nigeria, Yemen, Siria e molti altri ancora. Paesi dove si muore quotidianamente. Ed a morire sono quasi esclusivamente i civili. E’ a loro che è dedicata la Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo che si è celebrata oggi, e che proprio in queste ore vede il suo struggente acme con centinaia di sedi istituzionali che si stanno illuminando di luce blu. Un gesto simbolico per ricordarci tutti gli orrori che tanti e tanti popoli, ancora oggi, stanno subendo. Una commemorazione che quest’anno assume un significato particolare, poiché si celebra mentre è ancora in corso il conflitto in Ucraina e cade a 80 anni dall'inizio della fase più cruenta dei bombardamenti, su gran parte del territorio italiano, durante la Seconda Guerra mondiale, a causa dei quali si contarono molte vittime anche tra la popolazione civile.

Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo

Memoria e sdegno, però, non bastano. Dobbiamo partire, come ha ricordato oggi il Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo “dalla necessità di diffondere una cultura della pace, della coabitazione, della cooperazione e della solidarietà. Dobbiamo indagare le cause che scatenano i conflitti e intervenire per cambiare le logiche culturali, i cambiamenti climatici, economici e sociali. Dobbiamo promuovere società pacifiche e costruire istituzioni efficaci, responsabili e solidali a tutti i livelli. È sempre più forte - ha aggiunto Zangrillo - la necessità di rafforzare la cooperazione internazionale e i meccanismi di protezione degli Stati perché in un mondo di guerra, di violenza e di uso delle armi continueremo a pagare in vite umane, in vittime civili il prezzo del conflitto. Come Ministro per la pubblica amministrazione del Governo italiano sento la responsabilità e il dovere di diffondere e custodire i valori pacifisti e atlantisti che ci guidano e aderire a tutte le iniziative che servono a promuovere e realizzare una nuova e rinnovata cultura della solidarietà tra popoli, di pace e di speranza. Per questo - ha detto in conclusione il Ministro - anch’io mi ‘illumino di blu’ con l’augurio di portare questo spirito di pace, non solo il 1° febbraio ma in ogni momento del nostro agire collettivo. Un pensiero a tutte le vittime, alle loro famiglie e tutti coloro che, seppur sopravvissuti, portano i segni, nel morale e nel fisico, dei bombardamenti e della violenza armata. Non arrendiamoci mai, continuiamo a combattere e a ripudiare le guerre, ‘illuminiamoci di blu’, tutti i giorni”.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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