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Gorbaciov: tra Glasnost e Perestroika. La Russia ieri e oggi

- di: Leonardo Dini
 
Gorbaciov: tra Glasnost e Perestroika. La Russia ieri e oggi
Mikhail Gorbaciov ha rappresentato per la Russia una pagina di Storia, con la sua carriera che oggi proseguiva nella sua Fondazione e nel suo impegno, quanto mai attuale, con i Premi Nobel per la pace.  Il suo tentativo, in extrema ratio, di riformare il comunismo totalitario, traducendolo in una democrazia sociale e socialista e di aprire l'URSS al futuro e' stato travolto dai suoi stessi errori, da lui pubblicamente riconosciuti, oltre che dalle innumerevoli opposizioni interne alla URSS e al Politburo.

Si pensi al tentato golpe di Janaev e al golpe morbido ma riuscito di Eltsin, che applicando le procedure Statali formali ha esautorato Gorbaciov progressivamente dai suoi poteri, fino a costringerlo alle dimissioni in quel caotico 1991.
Un anno che ha segnato una controrivoluzione in Russia quello, e proprio nel bicentenario della Rivoluzione francese.Il giudizio finale su Gorbaciov lo darà la Storia e gli storici sono divisi invece nel valutare il suo quasi decennio al potere.
La seconda generazione dei leader russi sovietici dopo la generazione del 1917 di Lenin, Stalin, Krusciov e Breznev, Andropov e Cernienko, si e' esaurita con lo stesso Gorbaciov. Eltsin con i suoi errori ha complicato le cose ancora di più facendo del Vicesindaco di San Pietroburgo negli anni ’90, Putin uno Stalin 2 involontario e inadeguato nell'indicarlo come suo successore al Cremlino.

Tra i fallimenti di Gorbaciov si includono senza dubbio la crisi di Chernobyl, la fine ingloriosa e grottesca sia del comunismo in Russia che della Unione Sovietica stessa. Tra i suoi successi la Glasnost cioè la trasparenza amministrativa e di governo, rara avis dalle parti del Cremlino tuttora in epoca di oligarchi, e la perestroika cioè le riforme e il riformismo neo democratizzanti applicati al colosso di argilla Russo. Successo il disarmo Nucleare avviato e costruito in dialogo con gli Usa di Ronald Reagan e di Bush Sr. Successo involontario la caduta del Muro di Berlino, successo involontario la libertà e indipendenza di tutti i Paesi della Unione Sovietica e la fine progressiva delle dittature comuniste in Est Europa, Ucraina inclusa.

Successo, che è anche merito suo perché' Gorbaciov nato gerarca agrario comunista prescelto da Breznev in persona come erede, teoricamente fedele alla linea, si rivelò poi un angelo necessario, per citare Paul Klee, nella sconfitta del totalitarismo e nel passaggio poi rimasto incompiuto in era Eltsin e Putin della Russia verso la democrazia possibile. La sua lezione in positivo resta quella per cui ha meritato il Nobel: l'aver portato bene o male l'Europa dell'Est alla caduta della cortina di ferro e alla libertà, specialmente quando ha rinunciato a azioni militari violente e invasioni innecessarie e inutili. Resta un leader di pace e di riforme pur essendo vincolato anche nelle sue analisi ex post a una visione del mondo anacronistica, la stessa che oggi rivendica Putin per rifare oltre il tempo massimo una URSS 2.0. Eppure, la fine di Gorbaciov dovrebbe anche essere un monito per Patrushev, per Putin, per Medvedev e un esempio nel sapere rinunciare alla violenza, alla guerra, alle armi, in nome della pace e della solidarietà tra i popoli, appunto.

Se una URSS 2.0 è possibile non si costruisce mediante le invasioni militari ma creando un mercato economico finanziario alternativo, una Unione economica dei Paesi della ex Unione Sovietica, quel che era, ma solo formalmente la CSI, la comunità degli Stati Indipendenti, post Urss e quel che è ora la Unione Euro Asiatica. Questa irruzione per una ultima volta di Gorbaciov, da kamikaze della perestroika lui e non Eltsin, stavolta, con la notizia della sua scomparsa, sia un monito un ultimo appello a Putin e alla classe dirigente militare, economica e politica russa, per quanto oggi platealmente succube dei cinesi, a evitare di avventurarsi in progetti di dominio universale, attuati mediante guerre e invasioni e ricatti economici alla Europa dell'ovest come dell'est.
E’ tempo di nuovi premi Nobel per la Pace in Russia e di leader che rendano la democrazia in Russia da utopia, realtà: la lezione della Storia scritta da Gorbaciov, volontariamente e involontariamente, nei lontani anni'80 e ’90, vale tuttora: l’Europa di pace, dall'Atlantico agli Urali sognata da Gorbaciov e prima ancora da de Gaulle riguarda il futuro, non il passato.
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