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La Banca d'Inghilterra ferma l'acquisto di titoli di Stato, è scontro con il governo

- di: Redazione
 
La Banca d'Inghilterra ferma l'acquisto di titoli di Stato, è scontro con il governo
Nuova giornata shock per l'economia britannica dopo che la Banca d'Inghilterra ha escluso l'estensione di un piano di acquisto di debito di emergenza per fare fronte alle turbolenze economiche del Regno Unito. Un annuncio che ha reso ancora più tesi i rapporti tra l'istituto centrale e il governo, che lo ha accusato di non reagire tempestivamente davanti al galoppare dell'inflazione. Peraltro il quadro generale è stato reso ancora più complesso, quasi nebuloso, dall'annuncio dell'Office for National Statistics, secondo il quale l'economia britannica si è contratta dello 0,3% ad agosto, in calo rispetto alla crescita dello 0,1% di luglio, con la produzione e i servizi al consumo che hanno entrambi registrato cali.

La Banca d'Inghilterra ferma l'acquisto di titoli di Stato

La sterlina è affondata nei confronti del dollaro e il costo dei prestiti pubblici è aumentato dopo che il governatore della Banca d'Inghilterra, Andrew Bailey, ha confermato che, come previsto, il programma per l'acquisto di titoli di Stato, adottato per stabilizzare i mercati finanziari, terminerà venerdì.
Il messaggio di Bailey sembra essere rivolto ai fondi pensione, che avevano chiesto all'istituto centrale di allungare di due settimane i termini dell'intervento. Immediati i contraccolpi delle parole del governatore sulla sterlina, che ha perso quasi l'1 per cento, posizionandosi ad un passo dal rapporto 1/1,10 sul dollaro.

Quindi gli "acquisti temporanei e mirati" di titoli di Stato, che la Banca d'Inghilterra ha attuato per rassicurare i mercati, si concluderanno il 14 ottobre, secondo il calendario fissato.
Le turbolenze dell'economia britannico si sono riverberate sul rendimento sui titoli di Stato a 30 anni del Regno Unito (i ''gilt''), che questa mattina, nel contesto di un nervosismo generalizzato dei trader, ha superato il 5%. Il loro rendimento, che sale con il calo dei prezzi, è ormai vicino al livello che, in settembre, ha spinto la Banca d'Inghilterra agli acquisti, che sin dall'inizio sono stati etichettati come ''temporanei e mirati''.
La banca centrale ha deciso di intervenire come azione di emergenza dopo che il governo britannico il 23 settembre aveva annunciato un piano di tagli alle tasse per 45 miliardi di sterline (50 miliardi di euro), senza indicare quali ne sarebbero state le coperture. Ieri, comunque, la banca - cercando di ''ristabilire condizioni ordinate'' di mercato - ha annunciato che ora acquisterà titoli indicizzati all'inflazione - che offrono protezione dall'inflazione - e titoli di Stato convenzionali.

Quindi oggi si è registrato un nuovo capitolo della contrapposizione tra la Banca d'Inghilterra e il governo di Liz Truss.
Il ministro Jacob Rees-Mogg, titolare anche della delega alle Finanze, ha affermato che le turbolenze del mercato sono state principalmente il risultato dell'incapacità della Banca di aumentare i tassi di interesse con la stessa rapidità della sua controparte statunitense, la Federal Reserve.
Molti economisti contestano questa visione e incolpano del caos l'annuncio del governo del piano di tagli. Il gabinetto è stato poi costretto a ridimensionare il piano sull'onda del panico dei mercati. L'annuncio di 45 miliardi di sterline di tagli alle tasse - che è stato fatto senza l'avallo dell'indipendente Office for Budget Responsibility - rientrava in un piano da 60 miliardi di sterline per limitare i prezzi dell'energia, con l'obiettivo di proteggere famiglie e attività produttive dagli aumenti energetici causati dall'invasione russa dell'Ucraina. I critici dell'operato del gabinetto Truss dicono che il governo non ha ancora spiegato in dettaglio come pagherà i tagli alle tasse, tranne per il fatto che una crescita economica più rapida aumenterà le entrate fiscali. Ma molti economisti affermano che profondi tagli alla spesa pubblica sono inevitabili. A meno che, sostengono, il governo non ridimensioni la portata dei tagli alle tasse.

Mentre il premier Truss conferma di non volere tagliare la spesa pubblica, gli investitori esprimono il timore che i piani del governo aumenteranno il debito pubblico e alimenteranno un'ulteriore inflazione, che sta già raggiungendo il massimo da quasi 40 anni.
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