Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha indicato che tra Washington e Bruxelles si stanno facendo progressi concreti sul delicato tema dei dazi. “Abbiamo già un’intesa: è la lettera che abbiamo inviato, dove c’è il 30%. Ma stiamo discutendo”, ha dichiarato il presidente, lasciando intendere che una soglia tariffaria sia già stata definita come base di trattativa. Le parole di Trump lasciano intravedere una volontà politica di raffreddare la tensione e di trasformare lo scontro commerciale in una negoziazione strategica. Il confronto con l’Unione Europea resta comunque complesso, soprattutto per l’impatto su settori industriali chiave.
Trump parla di progressi nel dialogo sui dazi con l'Europa, Meloni: “Evitare una guerra commerciale”
Il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, è intervenuto da Washington proprio per imprimere un’accelerazione alle trattative. “Vogliamo arrivare a un accordo buono per entrambi”, ha dichiarato, ricordando come l’Italia sia fortemente interessata a evitare tariffe penalizzanti per il proprio export. Tajani ha insistito sull’urgenza di ottenere un’intesa che tuteli l’industria europea e, al contempo, riconosca le esigenze strategiche americane. Una missione diplomatica delicata, che si inserisce in un quadro di ribilanciamento globale delle catene del valore e delle relazioni commerciali.
Meloni: “Serve un’intesa vantaggiosa per tutti”
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta sul tema, auspicando che “si scongiuri una guerra commerciale e si arrivi a un accordo vantaggioso per tutti”. Secondo Meloni, in un momento in cui l’economia globale è esposta a molteplici turbolenze, un confronto costruttivo tra le due sponde dell’Atlantico è essenziale. Il suo messaggio va nella direzione di una diplomazia economica che non rinuncia alla difesa degli interessi europei ma cerca di evitare il conflitto sistemico con gli Stati Uniti, partner strategico fondamentale anche sul piano della sicurezza.
Il nodo delle industrie colpite
Secondo quanto reso noto dalla Commissione Europea, i settori maggiormente colpiti da una possibile escalation dei dazi sarebbero quello aeronautico, quello dei macchinari industriali e l’intera filiera dell’automotive. Le tariffe ipotizzate da Washington, che oscillano tra il 25% e il 30%, colpirebbero in particolare le esportazioni tedesche e italiane. L’industria europea ha già fatto sapere di temere una contrazione della domanda e un incremento dei costi lungo tutta la catena produttiva. D’altro canto, negli Stati Uniti cresce la pressione interna per ridurre la dipendenza da importazioni ritenute non strategiche.
La Cina osserva, il mondo si trasforma
Interviene nel dibattito anche il vicepresidente cinese He Lifeng, che da Pechino osserva con attenzione i movimenti tra Stati Uniti ed Europa. Secondo He, “il mondo sta attraversando una fase di turbolenza e trasformazione”, e per questo è essenziale che le grandi potenze dialoghino evitando fratture sistemiche. La Cina, nel contesto delle tensioni commerciali globali, si presenta come spettatrice interessata ma anche come potenziale beneficiaria di un indebolimento dei rapporti tra Usa ed Europa. Per Pechino, una eventuale frattura commerciale tra Washington e Bruxelles potrebbe aprire spazi nuovi per accordi bilaterali.
Wall Street osserva con cautela
Il mercato finanziario ha reagito in modo prudente alle dichiarazioni e alle incertezze delle ultime ore. I future di Wall Street sono risultati in calo, anche a causa dei nuovi dati sull’inflazione negli Stati Uniti che preoccupano investitori e analisti. L’incertezza sulle tariffe doganali si somma a quella sulle politiche monetarie della Federal Reserve, in un quadro che vede aumentare i timori di stagnazione. Per gli osservatori, la tenuta dei mercati sarà legata alla capacità di Washington e Bruxelles di trovare una sintesi che eviti un deterioramento del clima commerciale.