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Gli Stati Uniti chiedono a Israele di fermare i raid in Siria. Netanyahu: “Sicurezza senza guerra”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Gli Stati Uniti chiedono a Israele di fermare i raid in Siria. Netanyahu: “Sicurezza senza guerra”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto formalmente al governo israeliano di sospendere i raid aerei in Siria, in particolare dopo i disordini che si sono verificati nella zona drusa. L’appello, trapelato da fonti dell’amministrazione americana, rappresenta una presa di posizione significativa, soprattutto alla luce del sostegno tradizionalmente solido tra Washington e Tel Aviv. L’intervento di Trump sembra riflettere un cambio di tono rispetto agli anni precedenti, e mira a raffreddare un conflitto a bassa intensità che continua a mietere vittime nel cuore del Medio Oriente. Il messaggio è chiaro: serve un equilibrio che tenga insieme la sicurezza di Israele e il rispetto per la sovranità siriana.

Gli Stati Uniti chiedono a Israele di fermare i raid in Siria. Netanyahu: “Sicurezza senza guerra”

La risposta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non si è fatta attendere. In una dichiarazione ufficiale, il premier ha ammesso che l’operazione condotta il giorno precedente è stata “intensa”, ma ha ribadito che Israele non ha alcun interesse ad aprire un nuovo fronte di guerra. “La nostra priorità è la sicurezza. Vogliamo dissuadere il regime siriano e i suoi alleati da ogni provocazione ai nostri confini”, ha affermato Netanyahu, respingendo però l’idea di una escalation voluta. Israele ritiene che molte delle postazioni colpite nei raid ospitassero milizie sostenute dall’Iran, considerate una minaccia strategica diretta.

Sweida sotto le bombe, la denuncia delle Ong
Tra i centri maggiormente colpiti c’è la città di Sweida, zona a maggioranza drusa, dove secondo le organizzazioni non governative locali si contano oltre 200 morti a seguito dei bombardamenti. Le Ong hanno denunciato un attacco indiscriminato che avrebbe coinvolto anche aree residenziali, scuole e strutture sanitarie. Fonti governative siriane parlano invece di operazioni di polizia e azioni contro cellule terroristiche. Le immagini diffuse dai media arabi mostrano edifici sventrati e ambulanze in difficoltà nel raggiungere i feriti. La popolazione locale ha espresso sdegno per la violenza degli attacchi, mentre il regime di Assad accusa Israele di voler destabilizzare la regione con azioni unilaterali.

La protesta di Damasco: “Difenderemo la nostra terra”
Dal governo siriano è arrivata una risposta durissima. “Difenderemo la nostra terra e la nostra sovranità”, ha dichiarato il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad, bollando i raid come atti di aggressione deliberata contro uno Stato sovrano. Damasco ha protestato formalmente presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, chiedendo che vengano condannati i bombardamenti israeliani e che si attivi una missione di verifica indipendente. La diplomazia siriana insiste nel sostenere che le operazioni israeliane violano il diritto internazionale e rappresentano un attacco alla stabilità regionale.

Guterres: “Rispettare la sovranità siriana”
Anche il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres è intervenuto sulla vicenda, chiedendo “il massimo rispetto per la sovranità della Siria”. Il suo portavoce ha fatto sapere che il Palazzo di Vetro segue con “profonda preoccupazione” l’evolversi della situazione, ribadendo l’importanza di un ritorno al dialogo e al rispetto degli accordi internazionali. L’ONU teme che l’inasprimento degli scontri possa portare a una nuova ondata di profughi, soprattutto dalle regioni meridionali del paese, già duramente colpite dal conflitto interno.

Maduro attacca Israele: “Minaccia per l’umanità”
Dalle Americhe arriva anche la voce del presidente venezuelano Nicolás Maduro, che ha definito Netanyahu “la più grande minaccia per l’umanità”. Le parole del leader bolivariano si inseriscono in un contesto di crescente tensione internazionale, in cui l’alleanza tra alcuni Paesi latinoamericani e il blocco russo-iraniano cerca di rafforzarsi anche sul piano simbolico. Maduro ha accusato Israele di agire “con l’impunità concessa dall’Occidente”, auspicando una risposta internazionale coordinata per fermare “le aggressioni ai popoli del Medio Oriente”.

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