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GGattuso nuovo ct azzurro: il fuoco della rinascita

- di: Bruno Legni
 
GGattuso nuovo ct azzurro: il fuoco della rinascita

Grinta, progetto e cuore: la Nazionale riparte con Rino in panchina.

(Foto: Rino Gattuso con la moglie).
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Il ritorno dell’Italia a una guida identitaria e sanguigna ha ora un volto e un nome: Gennaro Gattuso è ufficialmente il nuovo commissario tecnico della Nazionale di calcio. Lo ha annunciato oggi, 15 giugno 2025, la Federazione Italiana Giuoco Calcio, confermando una voce che circolava da giorni tra indiscrezioni e suggestioni. La presentazione ufficiale è fissata per giovedì 19 giugno alle ore 11, presso l’Hotel Parco dei Principi a Roma: un luogo simbolico per voltare pagina dopo mesi di incertezze, delusioni e un’identità da ricostruire.

Gattuso, grinta e simbolo di appartenenza
“L’azzurro per lui è come una seconda pelle”, ha dichiarato il presidente della FIGC Gabriele Gravina, illustrando le ragioni di una scelta che va ben oltre la tattica. “Le sue motivazioni, la sua professionalità e la sua esperienza saranno fondamentali per affrontare i prossimi impegni della Nazionale”, ha aggiunto Gravina, sottolineando il ruolo strategico che il nuovo ct avrà anche nello sviluppo complessivo del calcio italiano.

Dietro le quinte: Buffon, Gravina e la missione Rino
La scelta di Gattuso non è nata per caso. Dopo la rinuncia di Claudio Ranieri e le valutazioni su Stefano Pioli, la FIGC ha puntato sul tecnico calabrese con decisione. Fondamentale è stato l’apporto di Gianluigi Buffon, oggi dirigente federale, che avrebbe incontrato Gattuso a Marbella nei giorni scorsi per convincerlo a intraprendere questa nuova avventura. “Abbiamo fatto la scelta migliore”, ha commentato Buffon dalla Germania, dove sta seguendo l’Europeo Under 21.

Uno staff di ex campioni e un progetto di rilancio
La nuova Nazionale non sarà un’avventura solitaria per Gattuso. Con lui arriveranno ex campioni del mondo come Leonardo Bonucci e, con ogni probabilità, anche Andrea Barzagli, in un mix tra campo e spogliatoio. Ma il progetto va oltre: Cesare Prandelli assumerà un ruolo da coordinatore tecnico per le giovanili, con l’obiettivo di costruire una filiera azzurra coerente, identitaria e sostenibile. L’idea è chiara: l’Italia non deve solo vincere, deve tornare a riconoscersi.

Un curriculum da battaglia
Gattuso si presenta con un curriculum intenso e spesso sottovalutato. Dopo l’addio al calcio giocato, ha allenato in Italia e all’estero: Pisa, Milan, Napoli (dove ha vinto una Coppa Italia nel 2020), Valencia, Marsiglia e, da ultimo, Hajduk Spalato. In Croazia ha portato la squadra al terzo posto, prima di rescindere il contratto nel maggio scorso. Ora, libero e determinato, si ritrova sulla panchina più importante del calcio italiano. Con lui, tornano anche 73 presenze in Nazionale, il trionfo del 2006 e una reputazione costruita su sacrificio, lealtà e carattere.

La sfida mondiale e l’urgenza del risultato

Il calendario non lascia spazio all’attesa. L’Italia, reduce dalla pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia, deve risalire in classifica per evitare i play-off e conquistare l’accesso diretto al Mondiale 2026. Servono almeno sei vittorie nei prossimi incontri, un traguardo possibile ma che richiederà una scossa immediata. È questo il contesto in cui Rino si inserisce: non da salvatore, ma da condottiero, con l’obiettivo di restituire alla maglia azzurra orgoglio, spirito di gruppo e concretezza.

Le prime tappe del nuovo ciclo
Il debutto ufficiale davanti ai media sarà , come detto, giovedì 19, alle ore 11, a Roma. Poi toccherà al campo: a settembre le prime due gare decisive per la qualificazione. Entro agosto sarà ufficializzato l’intero staff, mentre Prandelli inizierà un tour nei centri federali per strutturare un nuovo modello di selezione giovanile. La rivoluzione azzurra parte da qui, con tempismo serrato e ambizioni altissime.
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Tornare ad amare l’Italia
Gattuso non è solo un nome popolare o una scelta nostalgica. È la sintesi di ciò che la Nazionale ha perso e deve ritrovare: identità, spirito di sacrificio, senso di appartenenza. La sfida è titanica, ma il fuoco dentro Rino — lo stesso che lo portava a ringhiare su ogni pallone — oggi si trasforma in guida per un gruppo che ha bisogno di crederci di nuovo. L’Italia riparte da lui, dalla sua voce roca e dalla sua fame antica. Il tempo delle parole è finito. Ora si gioca.


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