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Camera, via libera all'insindacabilità per Delmastro: polemiche sul caso Lorelli

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Camera, via libera all'insindacabilità per Delmastro: polemiche sul caso Lorelli

La Camera dei Deputati ha approvato con 182 voti favorevoli e 98 contrari la relazione della Giunta per le autorizzazioni che riconosce l'insindacabilità delle dichiarazioni rese dal deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro Delle Vedove, nell’ambito di un procedimento penale per diffamazione. Il voto ha sancito che le frasi incriminate rientrano nell’ambito dell’attività politica tutelata dall’articolo 68 della Costituzione, che garantisce l’immunità parlamentare per le opinioni espresse nell’esercizio delle funzioni.

Camera, via libera all'insindacabilità per Delmastro: polemiche sul caso Lorelli

A votare contro sono stati i deputati del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra, contrari al riconoscimento dell’insindacabilità per dichiarazioni che, a loro avviso, travalicano l’ambito della libera opinione parlamentare e configurano una vera e propria offesa personale. Le opposizioni hanno criticato la scelta della maggioranza di blindare il deputato meloniano da un processo che avrebbe dovuto fare chiarezza nel merito delle parole utilizzate.

Il procedimento penale e le accuse

Il procedimento penale nei confronti di Delmastro è nato da una querela presentata da Quirino Lorelli, procuratore regionale della Corte dei Conti per il Piemonte. L'accusa è di diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo di pubblicità, con l'aggravante di aver rivolto l’offesa a un rappresentante di un corpo giudiziario. Il caso ruota attorno a un video diffuso sui social in cui Delmastro, commentando una presunta iniziativa della Corte dei Conti contro la Regione Piemonte per la commemorazione della tragedia delle Foibe, ha attaccato duramente il magistrato Lorelli.

Il contenuto delle dichiarazioni contestate

Nel video pubblicato sui social, Delmastro aveva affermato: "Pazzesco. La Corte dei Conti avvia una procedura per 'danno erariale' contro la Regione Piemonte perché ha annunciato di voler commemorare la tragedia delle Foibe. Il messaggio è chiaro: in Italia non puoi neanche pensare di ricordare le Foibe. Una vergogna". Successivamente, riferendosi esplicitamente a Lorelli, aveva aggiunto: "L'eroe dei due mondi della sinistra giudiziaria, il Torquemada del pensiero unico, Quirino Lorelli, altrimenti detto Lorelli Quirino per gli amici. Ma come, non sapete chi è? Un volto così non si dimentica, è il Procuratore Generale presso la Corte dei Conti del Piemonte".

Il nodo tra immunità e libertà di critica

Il caso ha riacceso il dibattito sull’estensione dell’immunità parlamentare e sul confine tra diritto di critica politica e attacco personale. Per la maggioranza, le parole di Delmastro rientrano nella dialettica politica e hanno avuto come oggetto un tema di rilevanza pubblica, ovvero il ricordo delle Foibe e le iniziative istituzionali ad esse legate. Le opposizioni, invece, denunciano un uso distorto della tutela costituzionale, sostenendo che la personalizzazione e il tono dell’intervento travalicano il mandato parlamentare.

Le reazioni dopo il voto

Immediata la reazione di Fratelli d’Italia, che ha espresso soddisfazione per il voto della Camera, parlando di una giusta tutela della libertà di espressione e del mandato parlamentare. In una nota, fonti del partito hanno dichiarato che "l’onorevole Delmastro ha denunciato una stortura intollerabile, e il Parlamento ha giustamente riconosciuto il valore politico delle sue dichiarazioni".

Di diverso avviso i gruppi di minoranza. Il deputato del Pd Federico Fornaro ha parlato di "una grave lesione alla credibilità delle istituzioni", mentre per la vicepresidente M5s Alessandra Todde si tratta di "una forzatura che protegge l’arroganza di chi usa i social come clava contro la magistratura".

Un caso simbolico per la dialettica istituzionale

La vicenda Delmastro-Lorelli si inserisce in una cornice più ampia, in cui le tensioni tra potere politico e potere giudiziario si fanno sempre più manifeste. Se da un lato la Costituzione tutela il diritto dei parlamentari a esprimersi liberamente, dall’altro impone un bilanciamento con il rispetto della dignità delle persone e del ruolo delle istituzioni. Il voto della Camera, pur formalmente corretto dal punto di vista procedurale, lascia aperta una riflessione più ampia su linguaggi, toni e responsabilità nella sfera pubblica.

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