Pa, Cgia: il cattivo funzionamento costa oltre il doppio dell’evasione

- di: Barbara Leone
 
La mala burocrazia che purtroppo attanaglia la gran parte della nostra  Pubblica amministrazione (Pa) provoca un danno economico ai  contribuenti italiani stimato attorno ai 184 miliardi di euro l’anno. Un  importo, quest’ultimo, più del doppio rispetto alla dimensione  dell’evasione tributaria presente in Italia. Secondo il Ministero  dell’economia e delle finanze (Mef), infatti, il mancato gettito annuo  ammonta a 84,4 miliardi di euro.  Quella denunciata dall’Ufficio studi della Cgia è una chiara  provocazione che mette in evidenza un aspetto importante: nel  rapporto “dare-avere” tra lo Stato e i contribuenti, l’aggravio economico  delle “distorsioni” provocate dalla Pa agli italiani ha una dimensione nettamente superiore alle mancate risorse che i contribuenti disonesti decidono di non versare all’erario. Detto ciò, se la qualità dei servizi  offerti dal pubblico va assolutamente migliorata, è ancor più necessario  contrastare l’evasione senza se e senza ma, ovunque essa si annidi.

Pa, Cgia: il cattivo funzionamento  costa oltre il doppio dell’evasione

L’infedeltà fiscale, infatti, è una piaga sociale/economica inaccettabile  che, tra le altre cose, penalizza i più deboli, perché riduce la qualità e  la quantità dei servizi offerti dal sistema pubblico. Non solo. Non è  nemmeno plausibile la tesi che non pagare le tasse sarebbe  “giustificato” perché lo Stato funziona male. Se tutti pagassero quanto  richiesto, la Pa avrebbe più risorse a disposizione, probabilmente  funzionerebbe meglio e si creerebbero le condizioni anche per tagliare in misura strutturale la pressione fiscale. Quella richiamata più sopra è una comparazione che non presenta alcun  valore scientifico. Vedremo in seguito, infatti, che gli effetti economici  dell’inefficienza della Pa che gravano sulle imprese sono di fonte  diversa, i dati non sono omogenei, a volte gli ambiti di applicazione si  sovrappongono e, per tali ragioni, non si possono sommare.  Però, ha un suo rigore concettuale. Alla luce delle cifre richiamate ci  porta a dire che una Pa che funziona poco e male causa ai contribuenti dei danni economici molto superiori, addirittura più del doppio, di quanti  ne subisce lo Stato da chi non compie il proprio dovere nei confronti del  fisco.

La conclusione è che l’evasione è un grosso problema che dobbiamo assolutamente  estirpare, ma il vero problema per il nostro sistema Paese è mettere a  punto una macchina pubblica precisa, efficace ed efficiente. Ovviamente è sempre sbagliato generalizzare, anche la nostra Pa può  contare su punte di eccellenza a livello centrale e locale che - nei settori  della sanità, della ricerca, delle telecomunicazioni, etc. - non hanno  eguali nel resto d’Europa. Tuttavia, gli sprechi, gli sperperi e le  inefficienze presenti nella nostra burocrazia pubblica sono una amara  realtà che, purtroppo, hanno e continuano a ostacolare la  modernizzazione del Paese.  L’Ufficio studi della Cgia ha ripreso ed allineato i risultati di una serie  di analisi delle principali inefficienze che caratterizzano la nostra PA. In  sintesi essi sono: il costo annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti  con la Pa (burocrazia) è pari a 57,2 miliardi di euro (Fonte: The  European House Ambrosetti); i debiti commerciali della Pa nei confronti dei propri fornitori  ammontano a 49,6 miliardi di euro (Fonte: Eurostat); a lentezza della giustizia costa al sistema Paese 2 punti di Pil  all’anno che equivalgono a 40 miliardi di euro (Fonte: ministro  della Giustizia, Carlo Nordio); le inefficienze e gli sprechi presenti nella sanità sono quantificabili  in 24,7 miliardi di euro ogni anno (Fonte Gimbe); gli sprechi e le inefficienze presenti nel settore del trasporto  pubblico locale ammontano a 12,5 miliardi di euro all’anno (Fonte The European House Ambrosetti-Ferrovie dello Stato). Come evidenziato, gli effetti economici di  questi malfunzionamenti, tratti da fonti diverse, non si possono  sommare, anche perché in molti casi le aree di influenza di queste  analisi si accavallano. Tuttavia, queste avvertenze non pregiudicano la  correttezza del risultato della comparazione espressa più sopra. 

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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