Nel mese di febbraio 2025 l’economia cinese ha registrato una contrazione dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) dello 0,7% su base annua, segnando la prima diminuzione dall’inizio del 2024. Parallelamente, l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) ha subito una flessione del 2,2%, proseguendo una tendenza negativa che perdura da 29 mesi.
(Foto: il presidente cinese Xi Jinping)
Comprendere la deflazione
La deflazione è un fenomeno economico caratterizzato da una diminuzione generalizzata dei prezzi dei beni e dei servizi, che comporta un aumento del potere d’acquisto della moneta. Sebbene possa sembrare vantaggiosa per i consumatori, la deflazione può avere effetti negativi sull’economia. Quando i prezzi calano, i consumatori tendono a posticipare gli acquisti nella speranza di ulteriori ribassi, riducendo la domanda aggregata. Questo comportamento può portare a una diminuzione dei ricavi per le imprese, le quali potrebbero essere costrette a ridurre la produzione e l’occupazione, innescando una spirale deflazionistica. Non solo, ma il fatto che con la deflazione il denaro lasciato sui conti correnti non solo perde valore, ma lo guadagna, gonfiando il cosiddetto "risparmio inoperoso", quello che non va - direttamente o attraverso il sistema bancario - a finanziare gli investimenti delle imprese, partecipando quindi anche per questa via alla riduzione della domanda aggregata e della crescita.
Le cause della deflazione in Cina
La recente deflazione in Cina può essere attribuita a diversi fattori:
1. Domanda interna debole: Nonostante gli sforzi del governo per stimolare i consumi, le famiglie cinesi rimangono caute nelle spese a causa di preoccupazioni legate all’occupazione e al reddito. Questa prudenza si traduce in una domanda interna insufficiente a sostenere i prezzi.
2. Eccesso di capacità produttiva: La sovrapproduzione in alcuni settori industriali ha portato a una competizione sui prezzi, contribuendo alla diminuzione generale dei prezzi alla produzione.
3. Pressioni esterne: Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e le minacce di tariffe globali hanno messo sotto pressione gli esportatori cinesi, costringendoli a ridurre i prezzi per mantenere la competitività sui mercati internazionali.
Confronto con esperienze storiche
La situazione attuale della Cina richiama alla mente il “Decennio perduto” del Giappone negli anni’90, un periodo caratterizzato da stagnazione economica e deflazione prolungata. Durante quel decennio, il Giappone affrontò una crescita economica anemica, con una significativa riduzione dei salari reali e una deflazione persistente.
Le misure del governo cinese
In risposta alla deflazione, il governo cinese ha adottato diverse misure:
• Stimoli fiscali: Sono stati introdotti sussidi per incoraggiare l’acquisto di veicoli elettrici, elettrodomestici e altri beni di consumo, con l’obiettivo di sostenere la domanda interna.
• Obiettivi economici rivisti: Il governo ha fissato un obiettivo di crescita economica per il 2025 intorno al 5% e ha ridotto il target annuale di inflazione al 2%, riconoscendo le sfide poste dalla deflazione.
• Politiche monetarie accomodanti: La Banca Popolare Cinese potrebbe considerare ulteriori tagli dei tassi di interesse e delle riserve obbligatorie per le banche, al fine di aumentare la liquidità nel sistema finanziario e incentivare prestiti e investimenti.
Una sfida significativa
La deflazione rappresenta una sfida significativa per l’economia cinese, con potenziali ripercussioni sia a livello nazionale che globale. La capacità del governo di implementare efficacemente politiche fiscali e monetarie sarà cruciale per invertire la tendenza deflazionistica e garantire una crescita economica sostenibile.