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Cina a Washington: “Correggete subito le vostre pratiche sbagliate sui dazi”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cina a Washington: “Correggete subito le vostre pratiche sbagliate sui dazi”

Il tono torna a farsi duro tra Cina e Stati Uniti. Dopo la minaccia del presidente Trump di introdurre tariffe aggiuntive del 100% sui prodotti cinesi, Pechino ha invitato Washington a “correggere immediatamente le sue pratiche sbagliate” e a tornare “su un percorso di cooperazione e dialogo”.

Cina a Washington: “Correggete subito le vostre pratiche sbagliate sui dazi”

A parlare è il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, che accusa gli Stati Uniti di “utilizzare in modo improprio le misure commerciali per fini politici” e di “danneggiare la stabilità dell’economia globale”. Il richiamo arriva pochi giorni dopo la decisione del governo cinese di introdurre nuovi controlli sull’export di terre rare e sulle tecnologie per la loro raffinazione e trasformazione, un settore strategico per l’industria digitale, la difesa e le energie rinnovabili.

La risposta di Pechino e la tensione sui mercati
Secondo Lin Jian, la posizione americana “contraddice i principi del libero commercio” e rischia di “innescare una spirale di ritorsioni che non gioverebbe a nessuno”. Pechino ribadisce di essere pronta a difendere “con fermezza” i propri interessi economici, ma invita al contempo Washington “a non trascinare il mondo in una nuova guerra commerciale”.

Le Borse cinesi hanno reagito negativamente. Gli indici di Shanghai e Shenzhen hanno aperto la settimana con un tonfo, spinti dai timori per una nuova escalation tra le due maggiori economie del pianeta. Gli analisti vedono nei dazi una potenziale minaccia per la catena globale di approvvigionamento, in particolare nei settori ad alta tecnologia e nelle produzioni legate alla transizione energetica.

Il nodo delle terre rare

La disputa nasce dal nuovo pacchetto di restrizioni all’esportazione deciso da Pechino. La Cina, che controlla oltre il 70% della catena del valore delle terre rare, ha imposto vincoli alla vendita di macchinari e tecnologie per la loro lavorazione, citando “motivi di sicurezza nazionale”. Una mossa che gli Stati Uniti interpretano come un atto di pressione economica e geopolitica.

In risposta, il presidente Trump ha definito la decisione cinese “estremamente aggressiva”, minacciando dazi fino al 100% su un’ampia gamma di prodotti, in aggiunta alle aliquote già introdotte la scorsa primavera. “Non permetteremo alla Cina di tenere il mondo in ostaggio sulle materie prime strategiche”, ha dichiarato nei giorni scorsi.

Rischio nuova guerra commerciale

Il confronto sulle terre rare rischia ora di trasformarsi in una nuova guerra commerciale con effetti a catena sui mercati globali. Gli economisti temono un ritorno al clima di tensione del 2018-2019, quando lo scontro tra Pechino e Washington contribuì a rallentare la crescita mondiale.

“Ogni passo in direzione del protezionismo è un passo verso l’instabilità economica”, ha commentato un analista di Citic Securities, spiegando che le imprese cinesi temono nuove limitazioni all’export verso gli Stati Uniti e stanno già cercando mercati alternativi in Asia e Africa.

Diplomazia e incertezza
Nonostante i toni duri, Pechino lascia aperta la porta al dialogo. Lin Jian ha ribadito che “la cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti è vantaggiosa per entrambe le parti” e che “è ancora possibile riportare le relazioni su una base di rispetto reciproco”.

Ma la realtà dei mercati racconta altro: la fiducia degli investitori vacilla, i listini asiatici scendono e l’ombra di una nuova crisi commerciale si allunga sullo scenario globale. In questo contesto, ogni dichiarazione diventa un segnale, ogni dazio una minaccia, e ogni apertura diplomatica una fragile tregua tra due potenze che continuano a misurare la propria forza sull’economia del mondo.

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