Coldiretti: "Lo stop all'obbligo di mascherine porterà a 10 milioni di risparmio nelle campagne"

- di: Daniele Minuti
 
L'Italia entra in una nuova fase della lotta alla pandemia da Covid-19 e l'ordinanza governative farà cadere l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto dall'11 febbraio. Una mossa dovuta al calo dei contagi ma che avrà un impatto anche sull'economia, come mostrato dall'analisi della Coldiretti.

La Coldiretti prevede che lo stop all'obbligo di indossare le mascherine porterà a un taglio dei costi per le aziende di campagna

In una nota ufficiale, viene infatti calcolato il taglio dei costi delle imprese nelle campagne, che ammonta ad almeno 10 milioni di euro ogni mese. Si tratta infatti di una scadenza importante per circa un milione di lavoratori del settore, dove l'attività è svolta all'aperto e con la possibilità di mantenere il distanziamento. Con costi di prevenzione che gravano sull'azienda (come l'obbligo di tampone per lavoratori extracomunitari che si sono vaccinati con vaccini non riconosciuti in Italia, dopo l'autorizzazione a operare nel nostro paese previa presentazione di un test negativo).

La nota di Coldiretti spiega: "Si tratta di un impegno rilevante in una situazione in cui quasi un lavoratore agricolo straniero su due proviene da paesi in cui è utilizzato il vaccino russo mentre in molti arrivano da Paesi in cui è diffuso quello cinese Sinovac. In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti".

Il comunicato definisce poi le fattorie italiane "il luogo più sicuro" per difendersi dal contagio viste le condizioni in cui i lavoratori devono (e possono) operare. Viene inoltre citato che le denunce per infortunio da Covid registrate all'Inail dall'inizio della pandemia riguardanti l'agricoltura raggiungono appena lo 0,3%.

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