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Congiuntura Confcommercio: "A giugno PIL in calo ma consumi in crescita"

- di: Daniele Minuti
 
Congiuntura Confcommercio: 'A giugno PIL in calo ma consumi in crescita'
La Congiuntura Confcommercio di giugno ha dipinto un quadro preciso della situazione economica in Italia, dove l'impatto della crisi estera è stato assorbito con il secondo trimestre consecutivo di crescita stimata. Mariano Bella, responsabile dell'Ufficio Studi di Confcommercio, ritiene che la variazione del 3% del Prodotto Interno Lordo nell'anno possa essere un obiettivo raggiungibile.

Pubblicata la Congiuntura Confcommercio di giugno

Ad aprile 2022 la produzione industriale è salita dell'1,6% su base mensile (+3,7% su base annuale) mentre il recupero dei livelli occupazionali scende dello 0,1% rispetto a marzo ma sale del 3% su base annuale). Anche a maggio 2022, il sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio sale (+1,8% su base mensile), mentre il PIL dovrebbe calare dello 0,3% su maggio con variazione annuale del 2,1%. Nel secondo trimestre la crescita dovrebbe essere dello 0,5% (+3,9% su base annuale).

Nel mese passato, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio segna un +3,4% su base annuale, in forte ridimensionamento rispetto ad aprile, periodo in cui le condizioni di operatività delle aziende sono diventate più favorevoli. L'incremento della domanda ha interessato maggiormente i servizi (+18,3%) con i beni che calano dell'1,4%.
Per giugno 2022 si prevede una variazione per i prezzi al consumo dello 0,5% su base mensile e del 7,3% su base annua.

Mariano Bella ha commentato: "Nonostante il buon risultato del trimestre nei mesi di maggio e giugno il Pil ha mostrato, secondo le nostre stime, una tendenza alla riduzione (-0,3% in termini congiunturali), dinamica che ha portato a giugno ad una variazione del 2,1% nel confronto annuo. I consumi, misurati nella metrica dell’ICC, sono in crescita (+3,4% su maggio del 2021), sospinti dall’incremento della propensione al consumo dovuto alla fortissima voglia di ritorno alla normalità da parte delle famiglie dopo la pandemia e nonostante la guerra alle porte dell’Europa. Ma, nel complesso, è una crescita eterogenea. In linea con quanto rilevato ormai da alcuni mesi anche a maggio 2022 la domanda si è orientata principalmente verso il recupero della componente relativa ai servizi (+18,3% nel confronto annuo) soprattutto quelli legati al turismo, che comincia a beneficiare anche del ritorno degli stranieri, e al tempo libero. Per i beni (-1,4% su maggio 2021) la situazione appare più complessa con settori in piena crisi, come l’automotive, ed altri, come l’abbigliamento e le calzature e alcuni durevoli per la casa, in cui la ripresa è alterna e stentata. Per gli alimentari la riduzione è da ricollegarsi sia ad un effetto sostituzione con i consumi fuori casa sia a comportamenti più prudenti delle famiglie, soprattutto di quelle a basso reddito, in considerazione dell’accentuarsi delle tensioni inflazionistiche su alcuni beni. Sulla base delle nostre stime, a giugno si dovrebbe registrare, rispetto a maggio, un incremento dei prezzi al consumo dello 0,5% con una variazione del 7,3% su base annua. Allo stato attuale i comportamenti delle famiglie non sembrano risentire in pieno della fiammata inflazionistica, ma presto l’effetto dei maggiori prezzi sul reddito reale e sul potere d’acquisto della ricchezza detenuta in forma liquida si farà vedere. Le spese obbligate sono destinate ad incrementare la loro quota dentro il budget delle famiglie; ne soffriranno, di conseguenza, i consumi liberi che in molti casi sono ben lontani dall’avere recuperato i livelli pre-pandemici".

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