Prestiti in ripresa: la domanda torna a crescere, trainata dai personali
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Il primo trimestre del 2025 segna un’inversione di tendenza nel mercato del credito alle famiglie italiane. Dopo un 2024 all’insegna della prudenza, i dati del Barometro CRIF aggiornati a marzo mostrano un incremento complessivo delle richieste di prestiti pari al +3%, segnale di una ritrovata fiducia da parte dei consumatori. Una spinta importante arriva dai prestiti personali, che fanno registrare un deciso balzo in avanti con un +15,9%, a fronte di un calo degli importi finalizzati (-8,6%). L’importo medio richiesto, intanto, raggiunge quota 10.161 euro, l’8,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2024, toccando il valore più elevato degli ultimi dieci anni.
Prestiti in ripresa: la domanda torna a crescere, trainata dai personali
L’incremento dell’importo medio, che supera per la prima volta la soglia dei diecimila euro, è dovuto in buona parte all’inflazione e al generale aumento dei costi, che spingono le famiglie a chiedere cifre maggiori. Tuttavia, l’analisi dettagliata conferma come la maggioranza dei prestiti si concentri ancora in fasce di importo contenute: il 45,1% delle richieste riguarda somme inferiori ai 5.000 euro, mentre solo lo 0,2% supera i 75.000 euro. I piccoli importi rappresentano dunque la forma prevalente di finanziamento, a testimonianza di una gestione ancora attenta e selettiva del credito.
Prestiti personali in forte ascesa
A trainare la domanda è senza dubbio la componente dei prestiti personali, il cui incremento del 15,9% rispetto al primo trimestre 2024 rappresenta un dato significativo. Gli italiani tornano a pianificare spese e investimenti, e lo fanno scegliendo formule più flessibili e autonome. L’importo medio per i prestiti personali si attesta a 12.495 euro, con una crescita del 2,4%. Per i prestiti finalizzati, destinati all’acquisto diretto di beni o servizi, il valore medio richiesto si ferma invece a 7.518 euro, pur segnando un incremento del 9,6%.
Tempi di rimborso sempre più lunghi
Un altro elemento che emerge chiaramente dal Barometro CRIF è il progressivo allungamento delle durate dei finanziamenti. Oltre un terzo dei prestiti (33,1%) è diluito in oltre 60 mesi, a dimostrazione della tendenza a distribuire i rimborsi su periodi più lunghi per alleggerire le singole rate mensili. Tra le durate più scelte seguono i piani tra i 25 e i 36 mesi (19,4%) e quelli compresi tra i 48 e i 60 mesi (11,8%). Solo il 10,3% dei prestiti ha una durata inferiore all’anno.
Fascia d’età centrale guida la ripresa
A livello demografico, sono gli adulti tra i 45 e i 54 anni a mostrare la maggiore propensione alla richiesta di prestiti, con una quota pari al 23,3% del totale. Seguono la fascia 35-44 anni (20,5%) e quella 25-34 (18,9%). È interessante notare come anche i giovani tra i 18 e i 24 anni si affaccino sul mercato del credito con il 7%, mentre gli over 65 rappresentano una componente ancora marginale ma in crescita (12,2% sommando le due classi 65-74 e oltre 74 anni).
La nuova finanza quotidiana: digitalizzazione e 'Buy now, pay later'
Il cambiamento nei comportamenti di consumo è evidente anche sul fronte delle modalità di pagamento. Secondo Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, “i dati confermano una tendenza incoraggiante per la ripresa del credito alle famiglie, grazie alle condizioni favorevoli della politica monetaria della BCE”. Capecchi sottolinea però un altro fenomeno in atto: l’aumento delle operazioni di microcredito gestite in modalità digitale, grazie alla diffusione dei modelli 'Buy now, pay later'. Questa formula consente di dilazionare anche piccoli acquisti quotidiani – tra 0 e 150 euro – che oggi rappresentano già il 61% delle transazioni registrate nei sistemi informativi creditizi.
Credito e sostenibilità: equilibrio cercasi
La crescita delle richieste di prestiti personali e l’aumento degli importi medi indicano una maggiore apertura alla spesa, ma non si può parlare ancora di ritorno alla piena normalità. Le famiglie restano caute, orientandosi su soluzioni che privilegiano importi contenuti e durate flessibili, compatibili con i livelli di reddito e la stabilità occupazionale. La sfida dei prossimi mesi sarà quella di mantenere un equilibrio tra l’espansione del credito e la sostenibilità finanziaria, senza alimentare rischi di sovraindebitamento.