Elkann accetta un anno di lavori sociali e versamenti milionari, mentre la Procura archivia per i fratelli — ma la battaglia civile resta aperta.
Il cuore del caso ruota attorno alla decisione della Procura di Torino di accogliere la richiesta di messa alla prova per John Elkann, all’interno dell’indagine sull’eredità di Marella Caracciolo Agnelli. Il passaggio chiave ora è nelle mani del giudice per le indagini preliminari: se la misura verrà omologata e la prova svolta con esito positivo, si arriverebbe all’estinzione dei reati ipotizzati a carico di Elkann.
Il cuore del caso
La Procura ha indicato la strada della sospensione del procedimento con messa alla prova per Elkann e ha depositato la richiesta di archiviazione per i fratelli Lapo e Ginevra. Per John, è prevista un’archiviazione parziale limitata ad alcuni profili fiscali, mentre la messa alla prova costituirebbe lo strumento per chiudere il residuo fronte penale.
Il quadro d’insieme
Il dossier giudiziario nasce dai dubbi sulla residenza effettiva di Donna Marella e sulla conseguente applicazione della normativa successoria e fiscale italiana. In questa cornice, la messa alla prova rappresenta una soluzione deflattiva del contenzioso penale: un percorso che combina impegni concreti e controllo giudiziario, con l’obiettivo di evitare un processo ordinario laddove gli imputati aderiscano a programmi di utilità sociale.
Le dichiarazioni contrapposte
“C’è un’inequivocabile ammissione di responsabilità e acquiescenza rispetto ai fatti contestati”, sostiene l’avvocato Dario Trevisan, legale di Margherita Agnelli, leggendo nella messa alla prova la conferma delle contestazioni e della tesi della residenza italiana di Donna Marella.
Replica l’avvocato Paolo Siniscalchi, difensore dei fratelli Elkann: “La richiesta di messa alla prova non comporta alcuna ammissione di responsabilità. Se sarà accolta, il procedimento verrà sospeso e, all’esito positivo, si concluderà con l’estinzione dei reati contestati a John Elkann”. Lo stesso legale sottolinea inoltre che, sin dagli anni Settanta, Donna Marella avrebbe mantenuto una residenza all’estero, non mutata negli ultimi anni di vita.
Dove va la storia
La prospettiva più immediata è la decisione del gip. In caso di via libera, la fase esecutiva della prova — lavori socialmente utili e adempimenti riparatori — potrebbe portare a una chiusura penale rapida e senza condanna. Resta sullo sfondo la partita civile avviata da Margherita Agnelli, che continua a interrogare regole e confini della successione, fra ricostruzioni patrimoniali e questioni di domicilio fiscale.
Un punto d’equilibrio
La messa alla prova non è un dettaglio procedurale: è il punto di equilibrio tra la pretesa punitiva dello Stato e la ricerca di soluzioni riparative. In un caso simbolo come quello dell’eredità Agnelli, il dispositivo assume un valore che va oltre il singolo procedimento: misura la capacità del sistema di ricomporre conflitti complessi senza rinunciare al controllo giudiziario. Sul fronte opposto, la disputa civile promette ancora capitoli: lì si giocherà la partita sui principi successori, sul peso delle scelte di residenza e sulle ricadute fiscali.