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Ex Ilva, cassa integrazione per quasi 4.000 lavoratori

- di: Matteo Borrelli
 
Ex Ilva, cassa integrazione per quasi 4.000 lavoratori
Dopo l’incendio all’Altoforno 1, produzione dimezzata e futuro incerto.
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Un colosso in crisi: l’ex Ilva tra incendi, cassa integrazione e incertezze
L’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, affronta una delle crisi più gravi della sua storia recente. Dopo l’incendio che ha colpito l’Altoforno 1 il 7 maggio, l’azienda ha richiesto la cassa integrazione per 3.926 lavoratori, di cui 3.538 solo nello stabilimento di Taranto. La produzione è stata praticamente dimezzata, con pesanti ripercussioni sull’occupazione e sull’intero indotto. 

Le indagini e le responsabilità
La Procura di Taranto ha avviato un’indagine sull’incendio, iscrivendo nel registro degli indagati tre dirigenti dell’azienda: il direttore generale Maurizio Saitta, il direttore dello stabilimento di Taranto Benedetto Valli e il direttore dell’area altiforni Arcangelo De Biasi. I reati ipotizzati includono omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e getto pericoloso di cose.

Le reazioni sindacali
I sindacati hanno espresso forte preoccupazione per la situazione. La Fiom-Cgil ha dichiarato che non accetterà percorsi di cassa integrazione senza chiarezza sulle prospettive future dell’ex Ilva, sottolineando l’incapacità di avviare la decarbonizzazione degli impianti . Anche la Uilm, per voce del segretario generale Rocco Palombella, ha evidenziato la crisi economica dell’azienda, con risorse insufficienti per la manutenzione e finanziamenti in via di esaurimento. 

Il futuro dell’ex Ilva
La crisi attuale rischia di compromettere anche la trattativa in corso per la vendita dell’impianto. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha parlato di impianto “compromesso”, aggiungendo che non ci sarà più la possibilità di riprendere un livello produttivo significativo come previsto nel piano industriale . La nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) non è ancora stata approvata e potrebbe subire ulteriori slittamenti.
La situazione dell’ex Ilva rappresenta un nodo cruciale per l’industria siderurgica italiana e per l’intera economia del Mezzogiorno. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se ci sarà un rilancio dell’impianto o se si assisterà a un ulteriore declino.

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