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Mirafiori in crisi, quasi 2.300 lavoratori in solidarietà

- di: Jole Rosati
 
Mirafiori in crisi, quasi 2.300 lavoratori in solidarietà
Mirafiori in crisi: quasi 2.300 lavoratori in solidarietà | Stellantis Torino
Dal 1° settembre al 31 gennaio lo stabilimento torinese dimezza i motori: sindacati in allarme, servono nuovi modelli e un vero piano industriale.

Un rientro amaro: contratti di solidarietà per migliaia di addetti

Il rientro dalle vacanze non porta respiro a Mirafiori, il più grande polo produttivo Stellantis in Italia. Dal 1° settembre 2025 al 31 gennaio 2026, 2.297 lavoratori – tra cui 2.043 operai e 254 impiegati e quadri – saranno interessati da contratti di solidarietà, con riduzioni di orario che in alcuni casi potranno arrivare fino al 90%. L’annuncio, giunto dopo il confronto tra azienda e sindacati, segna l’ennesima battuta d’arresto per il cuore industriale torinese.

Il provvedimento coinvolge in particolare la linea 500 BEV (903 lavoratori) e la linea Maserati (674), oltre alla sede Stellantis Europe di San Benigno (300), al settore presse (294), alla costruzione stampi (85) e alla Mould Shop di Grugliasco (41).

Un problema nazionale: fabbriche in difficoltà da nord a sud

La crisi non è circoscritta a Torino. Misure analoghe sono state estese a Termoli, Pomigliano d’Arco e Melfi, a testimonianza di un quadro che resta complesso sull’intera filiera. Nel complesso, in Italia risultano coinvolti da CIG o solidarietà circa 20.400 lavoratori del gruppo, su una platea di poco inferiore alle 33 mila unità.

Dati impietosi: produzione in calo e attese deluse

A Mirafiori la produzione ha segnato nel primo semestre 2025 un calo di circa il 21,5% su base annua. Su scala nazionale, i primi otto mesi indicano una flessione di oltre il 26% per i volumi “ex-FCA” e di circa l’8% nelle immatricolazioni. L’unico spiraglio concreto guarda al debutto della Fiat 500 ibrida, atteso per novembre 2025, con un obiettivo potenziale fino a 100.000 unità l’anno se il mercato risponderà.

I sindacati: “Un’agonia che dura da 18 anni”

“L’agonia di Mirafiori continua senza soluzione di continuità da ormai 18 anni”, denuncia Edi Lazzi, segretario generale Fiom-Cgil Torino. Con lui, anche Fim-Cisl e le altre sigle ribadiscono la necessità di un piano industriale concreto e condiviso: “Il 2025 si conferma un anno complicato, fatto di molte ombre e poche luci”, affermano Rocco Cutrì e Igor Albera per Fim-Cisl.

Misure tampone e sacrifici pesanti

Nel pacchetto di intesa rientrano i cosiddetti “prestiti” – distacchi e trasferimenti temporanei verso altre unità – l’anticipo del trattamento di integrazione salariale e la garanzia della maturazione dei ratei durante la sospensione. Sono strumenti utili ad attutire l’impatto nell’immediato, ma non sostituiscono una strategia di rilancio.

Senza un nuovo modello, Mirafiori resta sospesa

La 500 ibrida può ridare ossigeno, ma non basta. La richiesta unitaria dei sindacati – l’assegnazione di un nuovo modello da affiancare alla 500 – è il punto dirimente per uscire dalla logica difensiva fatta di ammortizzatori sociali ricorrenti. Senza un piano industriale strutturale, un impegno chiaro delle istituzioni e una traiettoria produttiva credibile, lo stabilimento simbolo dell’auto italiana rischia di restare intrappolato in una transizione infinita.

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