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Rottamazione quinquies, Salvini trova la sponda decisiva di Giorgetti

- di: Jole Rosati
 
Rottamazione quinquies, Salvini trova la sponda decisiva di Giorgetti
Pace fiscale in manovra: “I tempi ci sono”. Il piano parte subito, obiettivo via libera nel 2026.
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Pace fiscale, ora si fa sul serio: Giorgetti (foto) apre al progetto Salvini
Non è più un annuncio da palco né un cavallo di battaglia isolato. La pace fiscale – nella forma di una nuova rottamazione decennale delle cartelle esattoriali – entra con forza nel perimetro di governo. Merito di un asse che si ricompatta: Matteo Salvini rilancia, ma è Giancarlo Giorgetti a far decollare la proposta. “I tempi ci sonoha dichiarato il ministro dell’Economia, lasciando intendere che la misura ha dignità tecnica e spazio politico per entrare nella legge di bilancio 2026.
Il progetto, emerso durante il Consiglio federale della Lega, prevede l’approvazione in commissione entro settembre, così da arrivare al varo definitivo nella manovra d’autunno. La misura potrebbe permettere a milioni di contribuenti in difficoltà di rateizzare il proprio debito con il fisco fino a dieci anni, ottenendo la cancellazione di sanzioni e interessi.

“Salviamo chi vuole tornare a lavorare e pagare”: il messaggio politico
Per Salvini, è una battaglia identitaria. Ma stavolta c’è molto di più: “Si tratta di salvare la vita a milioni di italiani che hanno avuto difficoltà, e che potrebbero saldare il debito in dieci anni e tornare a lavorare e a pagare tutto”, ha dichiarato il vicepremier, sottolineando che la rottamazione è “complementare” ad altri interventi fiscali. Non alternativa, ma propedeutica: incamerare miliardi oggi per finanziare il taglio delle tasse domani.

Il sì di Giorgetti sblocca la strategia
Giorgetti, di solito prudente, rompe gli indugi: “Ora serve lavorare sui dati e sulla proposta, poi ci sarà l’iter parlamentare”. È un sostegno che pesa: il titolare del Tesoro non ha mai nascosto i dubbi su condoni e misure spot, ma questa volta sottolinea che «sta tutto nel programma». In altre parole: se la pace fiscale è scritta nel contratto di governo, va realizzata. Punto.
Non è una semplice apertura, è una presa d’atto politica: la macchina può partire. E proprio Giorgetti potrebbe essere il garante della sostenibilità economica, evitando derive populiste.

Il piano tecnico: rate, soglie e selezione dei beneficiari
Al momento, i dettagli tecnici non sono ufficiali, ma fonti parlamentari indicano alcuni pilastri:
Durata massima: 10 anni;
Cancellazione totale o parziale di sanzioni e interessi;
Esclusione dei grandi evasori e dei debiti sopra una certa soglia;
Accesso vincolato alla regolarità contributiva futura.
Una misura destinata, insomma, ai contribuenti “fragili ma in buona fede”. E che potrebbe far rientrare, secondo stime ufficiose, tra i 5 e i 7 miliardi nelle casse dello Stato entro tre anni.

Dal fisco al rilancio economico: il disegno del governo
Il vero nodo non è solo fiscale. Il messaggio del tandem Salvini-Giorgetti è chiaro: la pace fiscale è un ingranaggio di un disegno più ampio. Un piano che passa per la semplificazione, la fiducia tra Stato e cittadini e la ripartenza dell’economia reale. Sulla scia della tregua fiscale del 2023, questa rottamazione punta a fare pulizia nei rapporti con il fisco e ridare slancio ai consumi.
Giorgetti insiste: Non si tratta di un condono, ma di un intervento nel solco della responsabilità”. Le parole non sono casuali: il ministro vuole blindare la proposta anche sul piano europeo, sapendo che qualsiasi misura extra dovrà passare il vaglio della Commissione Ue, soprattutto nel quadro del nuovo Patto di stabilità.

Una manovra che prende forma
Mentre le tensioni politiche sulle priorità fiscali restano sullo sfondo, il fronte operativo si muove. La Ragioneria dello Stato lavora a simulazioni sull’impatto della rottamazione, e nelle prossime settimane dovrebbe arrivare il primo schema tecnico. L’obiettivo è chiaro: evitare che la misura sia percepita come l’ennesimo regalo a chi non paga, e invece trasformarla in una leva per la ripresa.

Tregua fiscale, sfida politica
L’alleanza Salvini-Giorgetti rilancia una pace fiscale con basi più solide del passato. Il sostegno del ministro dell’Economia cambia lo scenario: da promessa di partito a proposta di governo. Il passaggio in commissione sarà la vera prova di tenuta, ma il primo mattone è posato. Ora il fisco può diventare il terreno di una riforma che non solo chiude il passato, ma vuole costruire il futuro.

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