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Francia, corsa contro il tempo per il nuovo premier

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Francia, corsa contro il tempo per il nuovo premier

La Francia è entrata in una fase di tensione istituzionale e politica senza precedenti, mentre il presidente Emmanuel Macron accelera per la nomina di un nuovo primo ministro. Dopo le dimissioni del governo in carica, l’Eliseo ha confermato per oggi pomeriggio una serie di consultazioni riservate con i leader dei principali partiti parlamentari, con l’obiettivo di formare un esecutivo in grado di approvare la legge di Bilancio entro lunedì, termine ultimo previsto dalla Costituzione.

Francia, corsa contro il tempo per il nuovo premier

Le consultazioni si apriranno nel primo pomeriggio e si svolgeranno in forma ristretta: sono esclusi sia il Rassemblement National (RN) di Jordan Bardella, sia La France Insoumise (LFI) di Jean-Luc Mélenchon. Una scelta che conferma la volontà di Macron di puntare su un profilo “di equilibrio e competenza istituzionale”, per evitare che la crisi di governo si trasformi in uno stallo politico a ridosso della sessione di bilancio.

Secondo fonti di maggioranza, tra i nomi presi in considerazione vi è quello di Jean-Louis Borloo, ex ministro e figura centrista con buoni rapporti sia con l’ala moderata dei Républicains sia con alcuni esponenti della coalizione presidenziale. Borloo, che da tempo si tiene ai margini della scena politica, sarebbe visto come un “profilo tecnico con esperienza e capacità di dialogo”.

Bilancio e rischio istituzionale
La questione più urgente resta la presentazione della legge di Bilancio 2026, che deve essere trasmessa all’Assemblea Nazionale entro lunedì per evitare un blocco delle procedure amministrative. Il testo, elaborato in parte dal governo uscente, prevede un piano di contenimento della spesa pubblica e un rafforzamento del credito d’imposta per le imprese, misure considerate fondamentali per evitare la revisione del rating sovrano da parte delle agenzie internazionali.

Un ritardo nell’approvazione del bilancio, avvertono da Bercy, “avrebbe ripercussioni immediate sulla stabilità finanziaria e sull’immagine della Francia presso i mercati”.

L’Assemblea contraria allo scioglimento
Il premier dimissionario ha fatto sapere che l’Assemblea Nazionale è contraria a qualsiasi ipotesi di scioglimento anticipato: “Non è il momento di cambiare presidente, ma di garantire continuità – ha dichiarato –. Serve responsabilità istituzionale”. Una posizione condivisa da parte della maggioranza presidenziale, che teme un nuovo terremoto politico in caso di elezioni anticipate.

Mélenchon e Bardella: “Subito al voto”
All’opposizione, invece, il clima resta incandescente. Il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon ha definito la situazione “un colpo di teatro istituzionale orchestrato da Macron per guadagnare tempo”, chiedendo elezioni immediate.

Sulla stessa linea, Jordan Bardella (RN) ha ribadito che “l’unico modo per restituire voce ai francesi è tornare alle urne”. Il partito di Marine Le Pen, in forte crescita nei sondaggi, considera il momento propizio per trasformare il consenso popolare in maggioranza parlamentare.

Macron tra equilibrio e pressione politica
Da parte sua, Emmanuel Macron è consapevole della stretta temporale e politica. Il presidente punta a una soluzione “né tecnica né di compromesso politico”, ma a una figura che possa “ricostruire fiducia con l’opinione pubblica e garantire stabilità istituzionale”.

Dietro le quinte, si fa anche il nome di Catherine Vautrin, ministra del Lavoro nel governo uscente, considerata una delle possibili alternative a Borloo, mentre ambienti economici e industriali spingono per un profilo “riformista e affidabile per i mercati”.

Corsa contro il tempo
Con appena tre giorni per sciogliere la crisi e approvare la manovra, l’Eliseo è impegnato in una corsa contro il tempo. Se non verrà trovato un accordo entro il weekend, Macron potrebbe essere costretto a varare un governo provvisorio o a rinviare la presentazione della legge finanziaria, con conseguenze politiche e di bilancio difficilmente prevedibili.

La Francia, ancora una volta, si trova sospesa tra la necessità di governare e l’incertezza politica. E il presidente Macron, nel momento più difficile del suo secondo mandato, cerca un equilibrio tra stabilità economica, responsabilità istituzionale e pressione democratica.

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