Nella serata canadese del 15 giugno, poche ore prima dell’apertura ufficiale del vertice del G7 a Kananaskis, si è svolto un colloquio informale tra i leader europei e il primo ministro canadese Mark Carney. Un appuntamento non ufficiale ma significativo, che ha permesso ai principali protagonisti del summit di confrontarsi a porte chiuse in un’atmosfera distesa e priva dei vincoli protocollari della giornata inaugurale. Alla riunione hanno partecipato la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer.
Vertice informale a Kananaskis, primo confronto tra Meloni, Macron, Merz, Starmer e Carney
L’incontro si è svolto all’interno del resort che ospita i lavori del G7, in un contesto protetto e discreto, scelto per favorire uno scambio diretto e franco tra i capi di governo. L’iniziativa è stata promossa proprio da Carney, alla sua prima esperienza come ospite del vertice, che ha voluto così impostare sin dall’inizio un clima di cooperazione transatlantica incentrato sulla convergenza delle priorità.
Scambi cordiali e primi orientamenti sulle priorità del vertice
I leader si sono salutati con battute amichevoli, un gesto che ha contribuito a stemperare la tensione legata all’intensificarsi delle crisi internazionali in corso. La serata è servita a condividere le prime impressioni sui temi centrali del vertice: il sostegno all’Ucraina, la stabilizzazione dell’economia globale, le sfide poste dalla transizione energetica e il confronto con la Cina. Nonostante l’eterogeneità politica del gruppo, i partecipanti hanno trovato un terreno comune nella necessità di difendere l’ordine multilaterale e rafforzare il ruolo delle democrazie industrializzate.
Secondo quanto riferito da fonti europee, il colloquio si è soffermato a lungo sulla questione mediorientale, esplosa nuovamente con la serie di attacchi reciproci tra Iran e Israele. I presenti avrebbero convenuto sull’urgenza di una posizione condivisa che inviti le parti alla moderazione, pur tenendo conto della complessità del contesto e delle implicazioni strategiche per l’area mediterranea e per le forniture energetiche.
L’Italia punta su stabilità e difesa delle filiere
Meloni, che arriva al G7 dopo una campagna elettorale europea positiva per il suo partito ma sotto pressione internazionale per alcune scelte di politica estera, ha ribadito la centralità della stabilità geopolitica per tutelare la sicurezza energetica e alimentare dell’Europa. Fonti italiane riportano che la premier abbia sottolineato l’importanza di difendere le filiere strategiche europee, investendo in autonomia tecnologica e nella protezione del tessuto industriale continentale. Un messaggio in linea con il piano europeo RepowerEU e con la visione atlantista ribadita anche durante i recenti incontri bilaterali con Washington.
Nel corso della conversazione, Meloni avrebbe anche espresso preoccupazione per il rallentamento della crescita economica globale e l’impatto sui Paesi più vulnerabili, tema su cui l’Italia intende insistere nei colloqui ufficiali del vertice, proponendo strumenti di cooperazione per lo sviluppo e il contrasto alla povertà.
Il nuovo corso tedesco e la posizione del Regno Unito
Friedrich Merz, alla sua prima partecipazione come cancelliere, ha assunto un atteggiamento prudente ma deciso, confermando la linea di sostegno all’Ucraina e la volontà di rafforzare la competitività industriale europea. Il leader della CDU, succeduto a Olaf Scholz, si è mostrato attento alle istanze di contenimento del debito e riforma del Patto di stabilità, insistendo sulla responsabilità fiscale e sull’efficienza della spesa pubblica. In parallelo, ha ribadito l’interesse tedesco per una transizione energetica che tenga conto delle esigenze delle imprese e non penalizzi la manifattura.
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha approfittato dell’occasione per accreditarsi come interlocutore stabile del G7 e rafforzare i legami con i partner europei. Fonti diplomatiche descrivono il suo intervento come pragmatico e orientato alla cooperazione sui temi della sicurezza, dell’intelligenza artificiale e del cambiamento climatico. Starmer ha inoltre espresso apprezzamento per l’iniziativa canadese di convocare il colloquio informale, definendolo “un utile passo verso un G7 più coeso e operativo”.
L’appello della Cina per evitare un conflitto regionale
Sul fronte della diplomazia globale, intanto, è giunto un messaggio ufficiale da Pechino: il governo cinese ha invitato Iran e Israele ad agire con responsabilità per evitare una escalation militare incontrollata. L’appello, diffuso nelle stesse ore dell’incontro a Kananaskis, sottolinea la preoccupazione cinese per l’instabilità crescente nel Medio Oriente e il timore che un conflitto aperto possa destabilizzare l’intero assetto regionale, con ripercussioni anche sulle rotte commerciali e sul mercato energetico internazionale.
Il messaggio di Pechino è stato accolto con interesse dai leader occidentali, che riconoscono alla Cina un ruolo crescente nella mediazione globale, pur mantenendo una linea ferma sulla tutela dei diritti umani e sulle libertà fondamentali. Il tema sarà ripreso durante i lavori ufficiali del G7, dove la relazione con la Cina e la difesa delle catene del valore rappresentano uno dei nodi centrali dell’agenda comune.