Dopo 735 giorni di conflitto, il governo israeliano ha ratificato nella notte l’accordo di cessate il fuoco con Hamas, segnando la fine della guerra nella Striscia di Gaza. L’intesa, frutto di una mediazione internazionale guidata da Stati Uniti, Egitto, Qatar e Turchia, prevede la liberazione di 20 ostaggi israeliani ancora vivi in cambio di 1.950 prigionieri palestinesi, tra cui però non figura Marwan Barghouti.
Gaza, scatta il cessate il fuoco: Trump esulta ma il Nobel va a Maria Corina Machado
A partire da questa mattina, le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno avviato il ritiro progressivo delle truppe da Gaza, mentre una task force multinazionale composta da 200 soldati americani e da contingenti egiziani, qatarioti, turchi ed emiratini controllerà il rispetto della tregua. L’accordo, siglato dopo settimane di negoziati, rappresenta una svolta storica per la regione e un successo diplomatico per Washington.
Trump: “Abbiamo fermato la guerra, sarà una pace duratura”
Il presidente americano Donald Trump ha rivendicato il ruolo decisivo degli Stati Uniti nel raggiungimento della tregua: “Abbiamo fermato la guerra, sarà una pace duratura”, ha dichiarato, annunciando la sua visita domenica in Israele e poi in Egitto per la firma ufficiale dell’accordo.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel salutare la fine del conflitto, ha espresso parole di riconoscenza verso Trump: “Ora dategli il Nobel per la Pace”, ha detto, sostenuto anche da Mosca. Ma poche ore dopo, da Oslo, è arrivata la decisione ufficiale del Comitato norvegese del Nobel: il premio per la pace 2025 è stato assegnato all’attivista venezuelana Maria Corina Machado, simbolo della lotta democratica contro il regime di Nicolás Maduro.
Il Nobel a Maria Corina Machado: la democrazia vince sulla guerra
Con un annuncio che ha fatto il giro del mondo, il Comitato Nobel norvegese ha confermato che Machado è la vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2025, riconoscendole “il coraggio e la perseveranza nel difendere i diritti civili e politici in Venezuela”.
Netanyahu, che nei giorni scorsi aveva formalmente proposto la candidatura di Trump al Comitato di Oslo, auspicando un riconoscimento per il suo ruolo nella mediazione del conflitto, non ha commentato la decisione.
L’assegnazione del Nobel alla leader venezuelana ha però assunto un significato simbolico più ampio: in un momento in cui la diplomazia globale torna protagonista dopo mesi di tensione, il Comitato ha voluto sottolineare l’importanza delle battaglie civili e pacifiche per la libertà e la democrazia, a fronte delle logiche di potenza che hanno segnato i recenti conflitti internazionali.
Von der Leyen e Macron: “Un’occasione per una pace duratura”
Da Bruxelles, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito la ratifica israeliana “un passo storico e un’occasione per una pace duratura”, sottolineando la necessità di “ricostruire Gaza e garantire assistenza umanitaria ai civili”.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha invece rilanciato la soluzione dei due Stati, definendo gli insediamenti israeliani “una minaccia esistenziale per la Palestina” e invitando la comunità internazionale a sostenere “una transizione politica reale e sostenibile”.
Meloni al Cairo per la firma: “Italia parte della ricostruzione”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà presente al Cairo lunedì per la cerimonia ufficiale della firma dell’accordo. “Il ministro degli Esteri egiziano mi ha detto che sarà invitata anche la nostra presidente del Consiglio”, ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo: “Sull’invio dei militari italiani nella missione post-bellica mi auguro che la maggioranza sarà compatta”.
Tajani ha poi commentato il verdetto del Nobel, dichiarando che “Trump ha ottenuto risultati concreti per la pace, indipendentemente dalle opinioni politiche. Non sarebbe stato scandaloso premiarlo, ma la decisione del Comitato merita rispetto”.
Tensione in Italia: Firenze blindata per la manifestazione sulla Palestina
Sul fronte interno, mentre il governo italiano si prepara alla missione diplomatica, la giornata è segnata anche dalle tensioni interne. A Firenze, dove sono attesi i leader del centrodestra per un evento politico, è in programma una manifestazione per la Palestina.
La sindaca Sara Funaro ha parlato di “situazione delicata” e ha chiesto rinforzi da Roma per garantire l’ordine pubblico: “Mi aspetto un dispositivo adeguato, la città deve restare uno spazio di confronto civile e non di tensione”.
Con la firma dell’accordo e il ritiro delle truppe israeliane, una delle guerre più lunghe e sanguinose del XXI secolo si avvia alla conclusione. Ma la vera sfida, ora, sarà quella di trasformare la tregua in pace stabile, in un Medio Oriente ancora fragile.
Nel frattempo, il Nobel a Maria Corina Machado ricorda al mondo che la pace può nascere anche senza armi, ma attraverso la perseveranza di chi lotta per la libertà.