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La rivoluzione silenziosa: l’IA invade gli uffici. impiegati, consulenti, giornalisti, chi salverà il ceto medio?

- di: Matteo Borrelli
 
La rivoluzione silenziosa: l’IA invade gli uffici. impiegati, consulenti, giornalisti, chi salverà il ceto medio?
L’intelligenza artificiale (IA) non è più una promessa futuristica: è una realtà che sta trasformando radicalmente il mondo del lavoro. Secondo un recente studio di Randstad Research, in Italia circa 10 milioni di lavoratori sono altamente esposti all’automazione e all’IA, con impatti significativi anche su professionisti altamente qualificati.
Goldman Sachs ha stimato che l’IA potrebbe automatizzare fino a 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno a livello globale, colpendo in particolare i settori amministrativo, legale, finanziario e bancario.
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Professionisti sotto assedio: chi rischia di più?
I lavoratori più a rischio non sono solo quelli impiegati in mansioni ripetitive. Uno studio pubblicato su arXiv ha rilevato che circa un terzo dell’occupazione negli Stati Uniti è altamente esposta all’IA, con particolare vulnerabilità per i lavori ad alta qualifica, come quelli degli impiegati, consulenti e giornalisti.
Nel settore giornalistico, l’IA sta già influenzando le dinamiche lavorative. L’ENEA ha sottolineato che, sebbene l’IA possa migliorare la qualità dell’informazione liberando tempo, tutte le funzioni devono comunque ricadere sotto il controllo umano del giornalista.
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Il ceto medio in bilico: tra declino e resilienza
Il ceto medio, storicamente pilastro della stabilità economica e sociale, si trova ora in una posizione precaria. Secondo un’analisi di Agenda Digitale, l’IA potrebbe erodere ulteriormente le basi economiche del ceto medio, già indebolito da decenni di stagnazione salariale e precarizzazione del lavoro.
L’economista Daron Acemoglu del MIT ha evidenziato che l’automazione è responsabile di circa metà dell’aumento del divario salariale tra i lavoratori negli ultimi quarant’anni, contribuendo così all’erosione del ceto medio.
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Verso un nuovo contratto sociale: quale futuro?
Di fronte a questa trasformazione, è essenziale ripensare il contratto sociale. Politiche pubbliche mirate, come la formazione continua e la redistribuzione del reddito, potrebbero mitigare gli effetti negativi dell’IA sul mercato del lavoro.
Alcuni esperti propongono l’introduzione di una “robot tax”, un’imposta sul reddito teorico dei robot, per compensare la perdita di posti di lavoro e finanziare sistemi di welfare più robusti.
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Tra sfide e opportunità
L’IA rappresenta una sfida epocale per il mondo del lavoro, in particolare per il ceto medio. Senza interventi adeguati, rischiamo un futuro caratterizzato da disuguaglianze crescenti e instabilità sociale. Tuttavia, con politiche lungimiranti e un impegno collettivo, è possibile trasformare questa minaccia in un’opportunità per costruire una società più equa e resiliente.

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