Ipsos: previsioni e aspettative globali per l’anno che verrà

- di: Barbara Leone
 
Il 2022 è stato un anno piuttosto impegnativo, segnato dal susseguirsi di molteplici eventi quali: il Covid-19, i conflitti internazionali, l’inflazione e le sue conseguenze economiche, un’emergenza climatica sempre più urgente. Quindi, quali sono le previsioni e le aspettative dei cittadini per il 2023? L’annuale sondaggio internazionale di Ipsos, che quest’anno ha coinvolto oltre 24.000 persone in 36 Paesi del mondo compresa l’Italia, ha analizzato ed esplorato com’è stato vissuto il 2022 e quali sono le aspettative per il 2023 in merito a diverse tematiche, quali: l’economia, l’ambiente, la sicurezza, la società e la tecnologia. Il sondaggio d’opinione Ipsos registra una netta differenza tra l’impatto che il 2022 ha avuto sulle persone e la propria famiglia e quello che ha avuto sul Paese di provenienza nel suo complesso.

Ipsos: previsioni e aspettative globali per l’anno che verrà

A livello internazionale, in media, oltre la metà (56%) descrive il 2022 come un anno negativo per sé e per la propria famiglia, ma una quota più alta (73%) afferma che sia stato un anno negativo per il proprio Paese. Nonostante le alte percentuali, queste cifre suggeriscono un certo grado di miglioramento rispetto al 2021 (rispettivamente 58% e 77%) e nettamente migliori rispetto all'annus horribilis del 2020, quando il 90% ha dichiarato che sia stato un anno negativo per il proprio Paese e il 70% per sé e per la propria famiglia. Nel complesso la tendenza è positiva, infatti, la percentuale di coloro che descrivono il 2022 come un anno negativo per il proprio Paese è inferiore a quella di quanti avevano detto lo stesso del 2021 di una media di 4 punti percentuali a livello internazionale.

Tuttavia, bisogna considerare che in 15 dei 36 mercati esaminati più dell'80% ritiene che il 2022 sia stato un anno negativo per il proprio Paese, compresa l’Italia (82%), con un picco in Gran Bretagna e Ungheria (entrambi all'87%) e soltanto in quattro Paesi (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Cina e Svizzera) meno della metà degli intervistati ritiene che il 2022 sia stato un anno negativo. Questo cauto ottimismo, tuttavia, non è evidente in tutti i settori. Delle 17 domande di cui disponiamo i dati di tendenza dal 2021, in particolare di quelle incentrate su come sarà il 2023, circa la metà degli intervistati a livello internazionale mostra una visione significativamente più pessimistica di ciò che porterà il prossimo anno. Gran parte di questa negatività riguarda la situazione economica, ma si estende oltre l'economia per includere disastri legati al clima oppure all'uso di armi nucleari. Rivolgendo lo sguardo all’economia globale del 2023 si registra, in generale, molto più pessimismo rispetto allo scorso anno.

In media, soltanto il 46% ritiene che l'economia globale sarà più forte nel 2023, rispetto al 61% del 2021 e al 54% del 2020. Questa percentuale si abbassa vertiginosamente in Italia, dove soltanto il 32% si mostra ottimista in merito all’economia globale del prossimo anno. Le ragioni di questo pessimismo sono chiare, in particolare: l’82% degli italiani ritiene che i prezzi aumenteranno più velocemente dei redditi delle persone; l’inflazione (78%), i tassi d’interesse (74%) e la disoccupazione (73%) saranno più alti rispetto al 2022; il 60% sostiene che l’Italia avrà bisogno dei finanziamenti di emergenza dal Fmi (Fondo monetario internazionale); infine, meno della metà (42%) sostiene che i principali mercati azionari del mondo crolleranno. I conflitti e le tensioni internazionali, verificatosi nel corso dell’anno, hanno reso la sicurezza mondiale un tema particolarmente sentito nel 2022. La possibile escalation dei conflitti ha aumentato la preoccupazione, a livello internazionale, del possibile utilizzo di armi nucleari (48%) e anche il 42% degli italiani lo ritiene uno scenario probabile in aumento di 13 punti rispetto al 2021.

Al tempo stesso, anche la tecnologia gioca un ruolo di primo piano: quasi la metà degli italiani (49%) sostiene la probabilità che gli hacker di un Governo straniero causino un blocco informatico globale, invece, la maggioranza (57%) non ritiene probabile che un programma di intelligenza artificiale non funzionante, che non può essere disattivato, sia in grado di causare gravi disagi in Italia. Infine, a livello internazionale e rispetto all’anno scorso, aumentano anche le preoccupazioni relative alla possibilità che un asteroide colpisca la Terra (22%, in aumento di 6 punti) e che gli alieni visitino il nostro Pianeta (18%, in aumento di 4 punti). L’Italia mostra percentuali più basse rispetto alla media internazionale: soltanto il 14% ritiene possibile che la Terra sia colpita da un asteroide e ancor di meno (13%) crede nell’arrivo degli alieni. La maggioranza degli intervistati, a livello internazionale, sostiene che si verificheranno maggiori conseguenze del cambiamento climatico nel 2023. Ad esempio, il 65% (rispetto al 60% del 2021) afferma la probabilità che durante il prossimo anno si avranno più eventi meteorologici estremi nel proprio Paese, percentuale che in Italia aumenta al 69%. Molti Paesi, soprattutto in Europa, sono pessimisti sul ruolo che la tecnologia potrebbe avere nell'arrestare il cambiamento climatico. Meno del 20% in Gran Bretagna, Francia, Belgio, Polonia, Svizzera, Ungheria e Romania lo ritiene uno scenario possibile, quota leggermente più alta in Italia (22%). In linea con la media internazionale, il 60% degli italiani sostiene che il 2023 sarà probabilmente l'anno più caldo mai registrato.

Inoltre, il 38% si mostra ancor più pessimista ritenendo probabile che alcune zone d’Italia diventino invivibili a causa di un evento meteorologico estremo e il 41% afferma la possibilità che una catastrofe naturale colpisca una delle principali città. Le aspettative in merito all’adozione di comportamenti sostenibili per affrontare il cambiamento climatico sono relativamente basse: poco meno della metà degli italiani (46%) si aspetta che le persone volino meno rispetto al 2019, prima della pandemia di Covid-19, e soltanto il 24% ritiene probabile che il numero di biciclette superi quello delle auto nella capitale. Sia a livello internazionale, sia in Italia, sei persone su dieci (60%) prevedono che nel 2023 non ci saranno altre chiusure e restrizioni dovute al Covid-19, quota che si abbassa di molto in Cina e Corea del Sud (rispettivamente il 43% e il 44%) ed è, invece, pari all’82% in Indonesia. Non è ancora chiaro fino a che punto i cambiamenti nei modelli di lavoro imposti dalla pandemia persisteranno e continueranno ad evolversi: soltanto il 30% degli italiani ritiene che diventerà normale implementare una settimana lavorativa di quattro giorni nel 2023. Quanti sostengono che molte più persone vivranno la propria vita in mondi virtuali è pari al 57% e, infine, soltanto il 22% degli italiani si aspetta che i propri concittadini diventino più tolleranti l'uno verso gli altri. Rivolgendo lo sguardo all’aspetto più tecnologico, circa la metà degli italiani (45%) si aspetta che un razzo venga lanciato verso Marte nel corso del prossimo anno, mentre il 37% ritiene probabile il lancio di un servizio di turismo spaziale che offrirà alle persone viaggi per atterrare sulla Luna e soltanto il 21% sostiene che venga realizzato con successo un impianto nel cervello umano per ripristinare i ricordi perduti. Nonostante le incertezze future, il 65% degli intervistati a livello internazionale si aspetta che il 2023 sia un anno migliore rispetto al 2022, quota che si abbassa al 54% in Italia. L'ottimismo per il prossimo anno è diminuito in modo significativo (di oltre 10 punti percentuali) in 24 dei 32 Paesi presi in considerazione quest'anno e l'anno scorso, con cali particolarmente consistenti in Svezia (-26 punti), Italia, Danimarca e Corea del Sud (tutti in calo di 19 punti) e Giappone (-18 punti). Solo in un mercato l'ottimismo è aumentato, il Brasile, e anche in questo caso solo marginalmente (dall'82% all'85%). In linea con la media internazionale (74%), come nella maggior parte degli anni, il 77% degli italiani intende fare dei propositi personali per attuare alcune cose specifiche per me o per gli altri. Quota che aumenta al 91% in Perù, il 90% in Colombia e Messico e l'89% in Cina. Invece, i Paesi Bassi (45%), il Giappone (41%) e la Svezia (35%) sono gli unici Paesi in cui una meno della metà si prefigge di fare dei propositi per il nuovo anno.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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