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In Italia cresce la piaga dell'abbandono degli animali: le 6 proposte di Legambiente

- di: Barbara Bizzarri
 
In Italia cresce la piaga dell'abbandono degli animali: le 6 proposte di Legambiente

Per chiunque si interessi del benessere dei nostri amici a quattro zampe, il drammatico scenario evidenziato dal Report di Legambiente “Animali in Città” evidenzia una situazione tristemente nota in cui sono troppe le mancanze del Paese per una gestione corretta dei pets.

In Italia cresce la piaga dell'abbandono degli animali: le 6 proposte di Legambiente

Il 2023 è stato un anno complicato per la gestione degli animali d’affezione e i numeri dell‘indagine sulle performance di Comuni e Aziende sanitarie nella gestione degli animali nei centri urbani non sono certo consolatori: ben 85.000 i cani abbandonati con un aumento dell’8,6% rispetto al 2022.  

A preoccupare anche il numero di cani randagi, ossia quelli senza proprietari che li rivendicano, il cui numero stimato nel 2023 è di 358 mila. Le criticità maggiori si riscontrano nel Lazio, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria dove se ne stimano 244 mila.  L’Italia, nonostante non manchino esempi virtuosi, è segnato da una gestione che viaggia a velocità troppo differenti, ancora lenti i Comuni con solo il 34,5% che registra performance sufficienti contro l’80,4% delle Aziende sanitarie.

Inoltre, nel Paese sono ancora troppi i ritardi e le difficoltà legate a monitoraggio, regolamentazione, controlli, e ai servizi animal friendly in città e al mare, Tutto ciò a fronte di una spesa pubblica considerevole: 248 milioni di euro nel 2023, di cui gran parte destinata ai canili rifugio, segno di un impegno insufficiente nelle politiche di prevenzione e non solo. 

Legambiente ha dunque compilato sei proposte per il governo che hanno al centro la rapida applicazione dell’anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutti gli animali da compagnia, la sottoscrizione di 1.000 accordi o patti di comunità, la creazione di nuove strutture veterinarie pubbliche, l’assunzione di più medici veterinari pubblici, la realizzazione di più aree verdi per i cani in città, l’aggiornamento e il coinvolgimento attivo delle guardie ambientali e zoofile volontarie”.

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