È stata inaugurata oggi a Londra “Casa Italia”, la nuova sede unificata che raccoglie sotto lo stesso tetto Ambasciata, Istituto Italiano di Cultura e Ice. È la prima “ambasciata integrata” del Sistema Italia, pensata come centrale operativa unica per diplomazia culturale, promozione economica e sostegno alle imprese. La sede si trova a pochi passi da Buckingham Palace, a conferma del ruolo strategico di Londra come capitale finanziaria e piattaforma d’ingresso per i mercati globali dopo la Brexit.
A Londra apre “Casa Italia”, la prima ambasciata integrata
A tagliare il nastro è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, insieme all’ambasciatore Inigo Lambertini. “È il frutto di un lavoro di squadra”, ha detto il titolare della Farnesina, che ha subito chiarito la natura dell’iniziativa: “Non è un evento mondano, ma un evento politico. Decidere di avere qui una centrale operativa unica significa aiutare l’internazionalizzazione delle imprese, sostenere l’export e costruire crescita”.
Tajani ha ricordato che il ruolo della Farnesina è oggi più ampio: “Non siamo soltanto ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale: siamo anche il ministero del commercio estero. E abbiamo il dovere di avere una macchina amministrativa che favorisca le esportazioni”.
Diplomazia economica, culturale e identitaria
Casa Italia è concepita come un hub: luogo istituzionale, vetrina culturale e presidio operativo al servizio delle imprese italiane su uno dei mercati più competitivi del mondo. L’obiettivo è superare la frammentazione storica tra promozione culturale e promozione economica, unificando interlocutori e funzioni per rendere più rapida l’azione diplomatica.
Il modello – sottolinea la Farnesina – verrà replicato in altre capitali strategiche nei prossimi anni.
Uno spazio aperto, non solo istituzionale
La nuova sede è stata pensata come “casa” nel senso letterale: uno spazio aperto a imprenditori, associazioni, studenti, ricercatori, artisti, rappresentanti della società civile e operatori culturali. La missione è quella di far dialogare tutte le componenti del ‘Sistema Italia’: diplomazia, cultura, design, manifattura, export, ricerca e soft power.
Design e arte italiana come biglietto da visita
Gli ambienti sono stati realizzati grazie al contributo delle principali aziende del design italiano: Molteni&C, Cassina, Tecno, Poltrona Frau, Porro, De Padova, Saporiti Italia, Citterio, Alias, Rubelli, Flos, Acerbis, Tacchini, tra le altre. L’architettura degli spazi è concepita come manifesto del Made in Italy: materiali, arredi, illuminotecnica e tessuti raccontano il meglio dell’industria creativa nazionale.
Alle opere di design si affiancano anche lavori d’arte provenienti da collezioni pubbliche e private, con nomi che spaziano da Scheggi, Pistoletto, Consagra, Capogrossi, Stefanoni fino ad autori britannici come Anthony Gormley e opere legate all’eredità figurativa inglese (Turner e Girtin), in un dialogo simbolico tra tradizioni.
Perché Londra è la prima tappa
La scelta di Londra non è solo simbolica ma geopolitica: dopo la Brexit, il Regno Unito è diventato un mercato dove la presenza italiana richiede strumenti più flessibili e integrati. L’unificazione della sede intende accorciare i tempi operativi e rafforzare la visibilità del brand-Paese nel contesto più globale d’Europa. Per l’Italia, è anche un messaggio di continuità strategica: non arretrare dal mercato britannico ma rilanciare.
Il modello che diventerà “format”
Secondo il piano del ministero, Casa Italia sarà un prototipo replicabile: dove economicità, diplomazia culturale e sostegno alle imprese diventano un’unica politica estera. È, nella visione di Tajani, la forma moderna della proiezione italiana nel mondo: “Più compatta, più riconoscibile, più efficace”.