FOTO: Déluge - CC BY 3.0
Giovedì 26 giugno, alle ore 9.30, nel cortile d’onore di Montecitorio sarà inaugurata la scultura “Look Down” dell’artista Jacopo Cardillo, in arte Jago, alla presenza del Presidente della Camera Lorenzo Fontana. L’opera, un neonato rannicchiato scolpito nel marmo bianco del Vermont, sarà accolta simbolicamente nel luogo dove si decidono le sorti della vita democratica del Paese. La sua installazione rappresenta molto più di un evento artistico: è un gesto politico, etico e civile. “Entrando a Montecitorio – spiega Jago – si potrà rivolgere lo sguardo alla sua immagine, ricordandoci che tutte le decisioni, tutte le prospettive devono ritornare a questo simbolo, a questa immagine, che siamo noi, che sono i nostri figli, che è il futuro”.
“Look Down” di Jago arriva alla Camera: un bambino di marmo a ricordare il dovere della politica
Nato ad Anagni nel 1987, autodidatta, Jago ha abbandonato l’Accademia di Belle Arti per costruire un linguaggio personale che unisce la classicità della scultura in marmo con la comunicazione diretta dei social. Nel 2011 è stato selezionato da Vittorio Sgarbi per la Biennale di Venezia. Da allora ha esposto in tutto il mondo, realizzando opere che dialogano con l’attualità e toccano i nervi scoperti del nostro tempo: dal busto del Papa “Habemus Hominem” a “Figlio Velato”, passando per performance pubbliche e interventi urbani come “Memoria di sé”. Jago lavora tra Italia, Cina, Stati Uniti e Emirati Arabi, ma è la dimensione umana, vulnerabile e universale che resta il cuore della sua poetica.
Una scultura che interroga la coscienza collettiva
“Look Down” è nata nel 2020, in piena pandemia, come simbolo delle fragilità sociali, dell’abbandono e del bisogno di cura. Raffigura un bambino nudo, accovacciato su se stesso, con il capo chino e una catena al posto del cordone ombelicale. Un’immagine potente, disarmante, che costringe a guardare in basso non per vergogna, ma per ascolto. “Quest’opera – racconta Jago – si è arricchita e continua ad arricchirsi di significati. È stata danneggiata, accarezzata, accolta, rifiutata, vandalizzata, amata. E continuerà a farlo anche alla Camera dei deputati”.
Dalle piazze del mondo a Montecitorio
La scultura ha attraversato il mondo come un viandante contemporaneo. È apparsa a sorpresa in Piazza del Plebiscito a Napoli nel novembre 2020, durante uno dei momenti più drammatici della pandemia. Poi è approdata nel deserto degli Emirati Arabi, fino a New York, dove è rimasta in esposizione tra luglio e ottobre 2024 a Thomas Paine Park, davanti al municipio. Lì ha ricevuto segni di affetto e di violazione: scritte, sassolini nel naso, carezze, biglietti lasciati ai piedi. Per l’artista non si tratta di atti vandalici, ma di “partecipazione involontaria”, testimonianze di un’opera viva, vulnerabile come il mondo che attraversa. Ora, con il suo approdo a Roma, assume un valore ulteriore: è un ospite silenzioso del Parlamento, pronto a ricordare quotidianamente il senso della rappresentanza.
Un simbolo sotto le stelle, tra marmo e memoria
“Look Down” è stato accolto nel cortile d’onore della Camera, sotto il cielo aperto. Una scelta non solo logistica, ma profondamente simbolica: il bambino resta all’aperto, come all’origine, esposto al tempo, allo sguardo, al passaggio. Non chiede nulla, ma tutto in lui interpella: chi passa davanti, chi decide, chi rappresenta. Jago lo definisce “un’opera che siamo noi, che sono i nostri figli, che è il futuro”. Non c’è ideologia, solo un invito alla responsabilità. Un richiamo che tocca tutti, e che rende Montecitorio non solo un luogo del potere, ma anche della coscienza.